Consiglio europeo: Sassoli, “il virus non va in vacanza”. Rafforzare la campagna vaccinale in vista dell’estate

(Photo SIR/European Council)

Nel suo discorso davanti al Consiglio europeo, dopo aver toccato i temi di politica estera e sicurezza comune, il presidente del Parlamento europeo David Sassoli si è soffermato su un altro tema del vertice: il cambiamento climatico. Quindi è passato alle questioni relative alla pandemia. “L’anno scorso ha dimostrato di cosa siamo capaci quando restiamo uniti. Abbiamo adottato un importante strumento per la ripresa. Per la prima volta nella storia dell’Unione europea, cospicue risorse di bilancio finanziate da un prestito comune sono destinate agli Stati membri dell’Ue. Vale la pena ricordare che stiamo parlando di un totale di 390 miliardi di euro in sovvenzioni per tre anni. Adesso dobbiamo concentrarci sull’attuazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza, che sarà decisivo nel sostenere la ripresa in Europa dopo il Covid-19. Esso offre opportunità uniche per migliorare il potenziale di crescita delle economie europee, promuovendo al contempo gli obiettivi dell’Unione di migliorare l’equità economica e di ridurre gli effetti dei cambiamenti climatici”.
E poco oltre: “Ci avviciniamo alla seconda estate dall’inizio della pandemia e le persone desiderano una ben meritata pausa. Sfortunatamente il virus non va in vacanza. Per questo, i nostri cittadini guardano a noi per una soluzione che garantisca la protezione della loro salute ma anche la ripresa di una mobilità e di una vita normale”. Sul Certificato verde digitale: “Il certificato non può essere una condizione ostativa per la libera circolazione. Abbiamo inoltre indicato chiaramente che nessuno deve essere discriminato per le sue condizioni di salute o le scelte sanitarie e vogliamo che soltanto i dati necessari vi siano inclusi”.
Ma “la vera svolta sarà rappresentata dalla rapidità della campagna vaccinale nell’Unione europea. Inoltre, data la situazione sanitaria attuale in molti Paesi del mondo, è fondamentale pensare e agire al di là delle nostre frontiere. Per questo, come ho detto al Forum globale per la salute del G20, occorre che tutti seguano l’esempio dell’Unione europea esportando i vaccini e donando le dosi in sovrannumero ai Paesi a basso e medio reddito. Ma non basta. Occorre impegnarsi per potenziare la produzione in questi Paesi”. Quindi una ulteriore sottolineatura: “Crediamo anche che sia giusto esplorare tutte le opzioni che possono consentire la vaccinazione della popolazione mondiale in breve tempo, incluse opzioni di sospensione dei brevetti, se contribuiscono a questo fine”.

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