Cile: card. Aós (arcivescovo Santiago) scrive ai giovani, “la Chiesa non è solo per alcuni o per i perfetti”

“Favorire una comunione ecclesiale aperta e partecipata, di leadership condivisa, evitando ogni residuo di una ‘cultura d’élite’ o discriminatoria, che pensa, erroneamente, che la Chiesa sia solo per alcuni o per persone perfette che rispondono a determinate caratteristiche”. Lo chiede il card. Celestino Aós, arcivescovo di Santiago del Cile, in una lettera di 30 pagine indirizzata ai giovani in occasione della Pentecoste. L’arcivescovo sottolinea il ruolo della comunità nell’accompagnamento dei giovani. “È l’intera comunità che deve sentirsi responsabile di accoglierli, motivarli, incoraggiarli e stimolarli – precisa –. Questo implica che i giovani siano guardati con comprensione, apprezzamento e affetto, e che non siano giudicati o sia richiesta una perfezione che non corrisponde alla loro età”. “Sono proprio i giovani che possono aiutarci nella Chiesa a rimanere giovani”, sottolinea il card. Aós, da qui l’invito “a generare comunità accoglienti che siano volti di una Chiesa più umana, coerente e reale”, considerando che tanti giovani, per la loro storia, il loro dolore, “non trovano spazi di appartenenza o accoglienza; alcuni subiscono discriminazioni o non riescono a sanare le ferite lasciate così presto dalla vita”. A proposito dello scandalo degli abusi sessuali che negli anni scorsi ha tanto scosso la Chiesa cilena ribadisce: “Tutti noi vogliamo che la Chiesa sia un’istituzione capace di brillare per santità, coerenza e natura esemplare. Ecco perché la ferita ancora aperta da questi crimini di abusi sessuali sui minori, e relative conseguenze, ci impone di continuare a vivere una trasformazione interiore che tocca tutte le fibre della Chiesa e ci conduce alla creazione di una nuova cultura” caratterizzata da “ambienti sani, responsabilità comune e lavoro consapevole di tutti”.

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