“Gli arresti domiciliari di don Mario Idelfonso Chessa, amministratore parrocchiale della parrocchia di S. Maria La Palma in Alghero e, fino a qualche settimana fa, cappellano della Casa Circondariale ‘Giuseppe Tomasiello’ di Alghero, hanno destato comprensibile sconcerto in tutta la nostra Chiesa ed in particolare nella comunità parrocchiale che guida da vari anni”. E’ quanto si legge in una dichiarazione ufficiale rilasciata da mons. Giuseppe Curcu, vicario generale della diocesi di Alghero-Bosa, sul caso del sacerdote accusato di aver introdotto un telefono e altri oggetti non consentiti nella Casa di Reclusione Giuseppe Tomasiello di Alghero in cambio di benefici. “Il vescovo e tutto il presbiterio esprimono, in preghiera, fraterna e solidale vicinanza al confratello che soffre e, certamente, vive ora momenti di particolare disagio e difficoltà”, prosegue il presule: “Nel confermare piena fiducia nella Magistratura e negli Inquirenti che lavorano per la tutela di tutti e di ciascuno, affidiamo al Signore questa situazione di prova e di dolore nella speranza che tutto possa compiersi in verità e giustizia”.