Codice degli appalti: Libera, non sia un “liberi tutti” per mafie e corruzione

“Illudersi di velocizzare le procedure per questa via è una strategia miope e rischiosa, che apre la strada ad una liberalizzazione di fatto potenzialmente criminogena delle gare d’appalto, un vero e proprio ‘liberi tutti’ per mafie e corruzione”. A lanciare il grido d’allarme è l’associazione Libera, fondata da don Luigi Ciotti, secondo cui i contenuti delle bozze del decreto semplificazioni sul codice degli appalti, provvedimento atteso in Consiglio dei ministri la prossima settimana, “suscitano grande preoccupazione”.  “In Italia da sempre le infiltrazioni di consorterie mafiose e corruttive hanno trovato terreno fertile nella gestione emergenziale degli appalti”, si ricorda in una nota: “Proprio in questa fase cruciale di rilancio degli investimenti pubblici, con l’attuazione dei progetti inseriti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, gli strumenti di contrasto e prevenzione di mafie e corruzione vanno rafforzati e resi più efficienti, non aggirati e indeboliti”. Secondo Libera, “il generico richiamo all’applicazione di presunti – e condivisibili – principi di semplificazione e velocizzazione nasconde in realtà la sostanziale e pericolosa deregolazione e liberalizzazione del sistema-appalti”. “È un segnale sbagliato – prosegue Libera nella nota –  perché un’applicazione mirata delle complesse disposizioni del codice degli appalti potrebbe rappresentare una salvaguardia di fondamentali principi di correttezza, concorrenza ed efficienza nella gestione delle risorse e per una buona realizzazione delle opere pubbliche”.

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