“In questa Pentecoste così particolare per la nostra Chiesa, contempliamo il frutto dello Spirito Santo così come si è manifestato, così come è fiorito, nella vita di un giovane uomo, un figlio della nostra terra che aveva un desiderio: diventare santo’” Così il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, nell’omelia della messa di apertura del processo diocesano di beatificazione del servo di Dio Giampiero Morettini (1977-20214), a Perugia. ”Giampiero Morettini – il ritratto delineato dal cardinale – aveva desideri e sogni da inseguire, progetti da compiere e avventure da vivere. Giampiero ha vissuto appassionatamente e convintamente ogni stagione della sua vita: amico allegro e sincero, lavoratore instancabile, onesto e creativo, sognava quello che tutti gli adolescenti, tutti i giovani sognano, magari un buon lavoro, magari una bella famiglia. Poi l’incontro che gli cambia la vita, che lo porta a desiderare di mettersi a disposizione del sogno di Dio”, e che “lo porta piano piano a maturare il desiderio di fare della propria vita un dono a Dio attraverso la via del sacerdozio”. “Il primo giorno in seminario, nell’ottobre 2010, accolto dal rettore mons. Nazzareno Marconi – ha sottolineato Bassetti – Giampiero si presentò con questa frase: ‘vorrei regalare la mia vita a Dio’. E veramente Giampiero ha regalato la sua vita a Dio: lo ha fatto vivendo in maniera esemplare il suo stato di seminarista, sereno e allegro, disponibile con tutti, radicato nella preghiera personale e comunitaria, con fedeltà, con semplicità ma con tenacia. E non ha mollato neppure nei giorni, nelle settimane dell’agonia, del dolore, della malattia, quando dopo l’intervento al cuore, crocifisso a quel letto della terapia intensiva cardiologica, era lui che infondeva coraggio con un sorriso, con una parola, finché gli è stato possibile, chi lo andava a trovare”.