“L’unico modo per fare memoria della strage di Capaci è quello che ciascuno sia testimone credibile. È il momento di rendere testimonianza su ciò che si dice. Rimane sempre la domanda: dal quel terribile evento cosa è cambiato?”. A domandarselo è Francesco Garofalo, presidente del centro studi “Giorgio La Pira” di Cassano all’Jonio.
“Il ricordo sì, ma anche il risveglio delle coscienze, per una maggiore consapevolezza. Anche la piccola forma di intimidazione, rappresenta una vera e propria limitazione alla libertà. E il cedere – evidenzia Garofalo – significa soffocare la speranza, gli ideali e l’esistenza. Capaci, come le altre stragi, rappresentano uno spartiacque, una linea di demarcazione tra il bene e il male. Magistrati, come Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Rosario Livatino, Antonino Scopelliti e Rocco Chinnici, devono diventare patrimonio di tutti e della programmazione degli istituti scolastici”. “Una memoria – continua il presidente del Centro La Pira – che si possa tramandare a tutte le generazioni. La speranza è che queste parole siano di ispirazione anche per le giovani generazioni, perché si lascino trasportare e si impegnino con animo lindo e intransigente a rendere più reale quell’utopia di giustizia e legalità, onestà e moralità che forse noi non siamo riusciti a perseguire con la necessaria determinazione”.