“Purtroppo, la pandemia ci ha reso anche consapevoli che la comunità internazionale sta vivendo una crescente difficoltà, se non l’incapacità, di cercare soluzioni comuni e condivise ai problemi del nostro mondo”. A ribadirlo è stato il Papa, rivolgendosi agli ambasciatori di Singapore, Zimbabwe, Bangladesh, Algeria, Sri Lanka, Barbados, Svezia, Finlandia e Nepal presso la Santa Sede, ricevuti in udienza in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali. Nel suo discorso, Francesco si è soffermato sulla “necessità di affrontare questioni globali urgenti come quelle delle migrazioni e del cambiamento climatico, nonché le crisi umanitarie che spesso ne derivano”. “Penso anche al debito economico che grava su molti Paesi che lottano per sopravvivere, e al ‘debito ecologico’ che dobbiamo alla natura stessa, nonché ai popoli e ai Paesi colpiti dal degrado ambientale causato dall’uomo e dalla perdita di biodiversità”, ha sottolineato il Papa, secondo il quale “questi problemi non sono semplicemente politici o economici; sono questioni di giustizia, una giustizia che non può più essere ignorata o rinviata. Si tratta infatti di un dovere morale intergenerazionale, perché la serietà con cui rispondiamo a tali questioni determina il mondo che lasciamo ai nostri figli”.