“L’Inpgi è gravato da una grande crisi. Il ministero del Lavoro, da una parte ci chiede di tagliare il costo delle prestazioni, dall’altra firma gli stati di crisi. In pratica si chiede di tagliare le pensioni per finanziare gli stati di crisi. Negli ultimi anni abbiamo pagato 500 milioni di ammortizzatori sociali. Ma non si può pensare di risolvere la crisi risparmiando sul costo del lavoro. In questo modo, si fa pagare alla categoria il conto della crisi due volte, perdendo il posto di lavoro e con una pensione ridotta”. Sono le parole di Marina Macelloni, presidentessa dell’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani, durante la manifestazione organizzata ieri dalla Federazione nazionale stampa italiana a Montecitorio e riportate sul sito istituzionale. “Noi non siamo i responsabili di questa crisi, siamo le vittime. Il Cda Inpgi è pronto a fare nuovi sacrifici, ma devono essere accompagnati da un percorso che porti nuove risorse all’Istituto, altrimenti sono solo lo scalpo di una categoria che si vuole piegare”, ha proseguito Macelloni. “Chiediamo al Governo e al presidente del Consiglio un confronto ampio, una cabina di regia a Palazzo Chigi dove affrontare la crisi nella sua interezza, non a pezzi. Un tavolo di confronto serio dove non si parli solo di tagli ma di crescita, sviluppo, investimenti, lavoro”. Il sottosegretario all’informazione ed editoria, Giuseppe Moles, intervenendo ha chiesto attenzione e vicinanza al settore, spiegando “quanto sia fondamentale tutelare l’Inpgi, a cui si sta lavorando con delle ipotesi” ed ha esortato tutti a “supportare” il lavoro del ministro del Lavoro, Andrea Orlando, aggiungendo: “Farò partire al più presto un tavolo sull’equo compenso, che presiederò cercando di affrontare al meglio anche la questione dei precari. La priorità è sempre la tutela dei livelli occupazionali”. “Chiediamo che al piano da 238 miliardi venga riconosciuto un ruolo centrale all’informazione e a chi fa informazione”, le parole di Raffaele Lorusso, segretario Fnsi che ha aggiunto: “Bisogna affrontare il nodo del mercato del lavoro, perché precarizzare il lavoro del giornalista vuol dire solo mettere a repentaglio la stabilita dell’Inpgi”. “Non cadremo nella trappola di chi pensa che l’unica soluzione sia commissariare un Ente di previdenza voluto dai padri costituenti come Ente autonomo dopo la stagione del fascismo, per mettere in sicurezza i cronisti”, ha dichiarato Beppe Giulietti, presidente Fnsi, chiedendo a Draghi di convocare tutti gli enti della professione. “Il conflitto sarà sul commissariamento dell’art.21 della Costituzione, che vuol dire commissariare la pubblica opinione che verrà progressivamente oscurata”.