“Siamo profondamente grati che un accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza sia entrato in vigore durante la notte, perché il numero di vittime è stato enorme. Speriamo anche che una risoluzione alla violenza in corso, e alle cause della violenza, in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, venga trovata il più presto possibile”. Lo dichiara l’Unicef che segnala un dato: negli ultimi 11 giorni, sono arrivate notizie di almeno 65 bambini palestinesi uccisi e altri 540 feriti e di 2 bambini uccisi e 60 feriti in Israele. “La maggior parte dei bambini uccisi si trovavano nelle loro case, dove avrebbero dovuto essere al sicuro. Ora non ci sono più. Il bombardamento è stato così pesante che alcuni bambini sono rimasti sotto le macerie per ore prima di essere tirati fuori”.
Il Fondo per l’infanzia delle Nazioni Unite ribadisce che “essere un bambino nella Striscia di Gaza è sempre stato estremamente difficile, anche prima dell’escalation”. “Per molti bambini, questo è stato il 4° conflitto che hanno vissuto – continua l’Unicef –. Nessun posto è sicuro per i bambini nella Striscia di Gaza. Prima dell’attuale ondata di violenze un bambino su 3 aveva bisogno di supporto per la salute mentale e psicosociale. Questo numero è senza dubbio aumentato negli ultimi giorni. Anche le infrastrutture civili di base che fornivano servizi essenziali salvavita per i bambini nella Striscia di Gaza sono state fortemente danneggiate, fra cui: almeno 50 edifici scolastici e 20 strutture sanitarie”.