Quintin Jones è stato giustiziato alle 19 di ieri, ora texana, per un omicidio compiuto quando aveva 21 anni. Il governatore del Texas, Greg Abbot, non ha dato ascolto alle numerose richieste di sospendere la pena, giunte anche da parte dei familiari della prozia che Jones aveva ucciso nel 1999. Nella giornata di ieri, Abbot ha scritto in un tweet: “In Texas, saremo sempre gli apripista nel proteggere la vita non nata. #ProLife”. Invece la Rete cattolica texana contro la pena di morte all’ora del decesso di Jones, avvenuta alle 18.40, dopo tre iniezioni letali, ha pubblicato un tweet: “Caro Dio, rafforzaci nel nostro lavoro per mettere fine alla pena di morte. Immaginiamo un mondo in cui la santità di ogni vita umana sia sostenuta e onorata. Riposa in pace Quintin”. Il vescovo di Fort Worth nel Texas del Nord, mons. Michael Olson, ha chiesto di pregare per “il riposo della sua anima e la consolazione della sua famiglia, che è anche la famiglia della sua vittima”. E ha aggiunto: “Lavoriamo per un modo migliore di affrontare il crimine e la povertà, che uccidere le persone”. Sui media texani a fare notizia anche il fatto che non sia stata ammessa la stampa ad assistere all’esecuzione. “Il perdono è vita, l’assenza di perdono è morte”, le parole di don Marco Gnavi, della Comunità di Sant’Egidio, che nei giorni scorsi si era unita alla richiesta di grazia per Jones, in una meditazione tenuta ieri sulla condanna a morte di Quintin Jones.