Striscia di Gaza: la preghiera incessante della piccola parrocchia cattolica. P. Romanelli (parroco) “Rosario, messe e adorazione le nostre armi”

Gaza

“Preghiamo ogni giorno perché si arrivi a una tregua”: dopo 10 giorni di scambi di razzi e di bombe tra Hamas e Israele nella Striscia di Gaza, con decine di morti e feriti, la piccola comunità cattolica di Gaza, poco meno di 120 fedeli su circa 2 milioni di abitanti, continua a pregare ogni giorno “per il dono della pace”. “Ogni giorno preghiamo durante la messa, le attività parrocchiali, l’adorazione per chiedere che Dio illumini le menti dei responsabili perché prendano decisioni di bene” dice al Sir padre Gabriel Romanelli, parroco della parrocchia latina Sacra Famiglia. Da qualche giorno nella parrocchia sono alloggiate sei famiglie cristiane sfollate per la guerra. “Stanno riprendendo a vivere e anche i loro bambini hanno ripreso a sorridere dopo la paura delle bombe – racconta il religioso -. La parrocchia ha organizzato per questi piccoli momenti di istruzione, di preghiera e di svago mentre i loro genitori cercano di dare una mano alla vita della comunità, cucinando, facendo dei piccoli lavori, collaborando per quanto possibile”.

All’interno della parrocchia si rincorrono voci di una possibile tregua nei prossimi giorni, se non addirittura “nelle prossime 24 ore”. La diplomazia si sta muovendo: emissari dell’Egitto, del Qatar, europei, il segretario di Stato Usa Blinken e il ministro degli Esteri israeliano, Ashkenazi, esponenti di spicco di Hamas, sembrano tutti “ottimisti” su un cessate-il-fuoco. “In parrocchia – ribadisce il parroco – continuiamo a pregare. Adorazione, messe e Rosari sono le nostre armi di pace che in mano ai più piccoli diventano davvero potenti”.

Speranza di tregua sono appuntate anche sul Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite che si terrà il 27 maggio: in agenda l’escalation del conflitto israelo-palestinese. L’incontro è organizzato su richiesta del Pakistan, in qualità di coordinatore dell’Organizzazione per la cooperazione islamica, e delle autorità palestinesi, che hanno raccolto firme sufficienti dai 47 Paesi membri del Consiglio, si legge in un comunicato dell’Onu. Intanto si aggiorna il bilancio delle vittime e dei danni: 230 (tra cui 65 minori, 39 donne e 17 anziani), per il ministero della salute di Hamas, il bilancio delle vittime palestinesi dei raid aerei israeliani, 1.710 i feriti. I danni materiali nella Striscia ammontano a 322 milioni di dollari; 1.335 le case completamente distrutte e 13mila quelle danneggiate. I senza tetto sono 107mila e 44mila le persone riparate nei rifugi. I morti israeliani ammontano a 10. Secondo Israele i razzi lanciati finora da Gaza sono stati 4070, 610 dei quali caduti all’interno della Striscia perché difettosi.

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