“La chiave della vita è uscire”. Lo ha detto Papa Francesco ai ragazzi che lo hanno accolto col suono di una lira e con i primi versi del primo canto dell’inferno della Divina Commedia, oggi pomeriggio, al suo arrivo nella sede di Scholas Occurrentes nel Palazzo San Calisto di Roma, in occasione delle aperture di nuove sedi nei cinque Continenti. Il pontefice ha brevemente dialogato con alcuni ragazzi che hanno presentato il loro impegno durante la pandemia ribadendo che non potevano uscire da casa fisicamente ma lo hanno fatto mentalmente. Ad attendere il Papa anche i ministri all’Istruzione, Patrizio Bianchi, e quello alla Salute, Roberto Speranza.
Nel corso della visita, il pontefice ha incontrato giovani e docenti di diverse regioni d’Italia, che hanno partecipato alla prima parte del programma sulla Salute sostenuto dal ministero dell’Istruzione italiano, e un gruppo di giovani ibero-americani che hanno presentato le conclusioni dell’incontro tenutosi a Madrid nei giorni scorsi, sul tema: “Sognare insieme la strada per un futuro migliore”. A Papa Francesco è stato poi presentato un modello di papamobile elettrica. Quindi, il collegamento con gli studenti delle nuove sedi di Scholas a Sydney (Australia), a Valencia (Spagna) e a Washington D.C. (USA). Infine, ha ascoltato i giovani argentini della zona di El Impenetrable, nel Chaco, inaugurando un nuovo programma. “La politica – ha ricordato il Papa ai ragazzi di Scholas – è la forma più grande della carità, l’amore è politico, cioè sociale, per tutti. E quando manca questa universalità dell’amore la politica si ammala e diventa cattiva”. “Quando mi chiedono come sta la politica nel mondo io dico: ‘guardate dove ci sono le guerre’ perché lì c’è la sconfitta della politica. La politica che non è capace di dialogare per evitare una guerra è sconfitta, finita, ha perso la sua vocazione di unità e armonia anche con opinioni diverse – ha aggiunto -. L’unità è superiore al conflitto, la politica è un avviare processi, un cammino. La sfiducia nella politica viene perché la si prende per una impresa. L’importante è arrivare all’unità. Il test sulla moralità di una nazione è proprio quello della guerra”. Infine, il Papa ha confidato: “Mi fa male al cuore quando vedo alcuni preti che benedicono armi. Gli strumenti di morte non vengono benedetti”