Nei primi due mesi del 2021 le assunzioni riferite ai soli datori di lavoro privati, sono state complessivamente 835.000. Sebbene si tratti di un dato provvisorio, destinato ad essere rivisto al rialzo, la differenza rispetto allo stesso bimestre dell’anno precedente (1.168.000) è molto consistente, pari a circa -28%, e risente ancora del generale raffreddamento delle assunzioni determinato dai riflessi della pandemia sul contesto produttivo ed economico. Il risultato di febbraio (-26%) è comunque leggermente migliore di quello registrato per gennaio (-31% su gennaio 2020). Lo comunica oggi l’Inps nel suo Osservatorio sul precariato diffondendo i dati di febbraio 2021.
Stando ai dati diffusi, la contrazione delle assunzioni riguarda tutte le tipologie contrattuali e va da un minimo del -12% per i rapporti in somministrazione a un massimo del -46% per quelli intermittenti.
Le trasformazioni da tempo determinato nel periodo gennaio-febbraio del 2021 sono risultate pari a 80mila, in marcata flessione rispetto allo stesso periodo del 2020 (-40%). In crescita (+14%) risultano le conferme di rapporti di apprendistato giunti alla conclusione del periodo formativo, pari a circa 18mila. Le cessazioni nei mesi di gennaio e febbraio 2021 nel complesso sono state 629.000, in diminuzione del 34% rispetto ai primi due mesi dell’anno precedente (954.000). Come per le assunzioni, anche per le cessazioni la dinamica di contrazione ha interessato tutte le tipologie contrattuali.
Il saldo annualizzato, cioè “la differenza tra i flussi di assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi” che “identifica la variazione tendenziale delle posizioni di lavoro (differenza tra le posizioni di lavoro in essere alla fine del mese osservato rispetto al valore analogo alla medesima data dell’anno precedente)”, a febbraio “segnala una tendenza meno negativa” di gennaio (-138.000), attestandosi a -124.000. “A distanza quindi di un anno dall’inizio della pandemia – spiega l’Inps – il livello occupazionale nel settore dipendente privato – misurato sulla base delle posizioni di lavoro esistenti (incluse quindi quelle interessate dalla cassa integrazione) – risulta ridotto di questo ammontare”.
Si è registrato ancora un significativo incremento per il tempo indeterminato (+220.000) dovuto, vista la contrazione delle assunzioni, dalla contrazione delle cessazioni, esito delle norme straordinarie varate nell’ultimo anno (ampia possibilità di accesso alla Cassa integrazione e blocco dei licenziamenti). Moderatamente negativo risulta il saldo per l’apprendistato (-12.000) mentre il somministrato rileva un risultato positivo (+23.000) risultando meno segnato nella seconda ondata della pandemia rispetto a quanto osservato invece nella fase iniziale. Gli altri contratti a termine (tempo determinato, stagionali, intermittenti) evidenziano tutti risultati negativi, con una flessione complessivamente di 354.000 posizioni a febbraio rispetto all’anno precedente.