In Texas sta per essere giustiziato oggi Quintin Jones per un omicidio compiuto nel 1999, quando a 21 anni uccise con una mazza da baseball la sua prozia di 83 anni, Berthena Bryant che si era rifiutata di dargli altri soldi. I movimenti contro la pena di morte in questi giorni hanno intensificato la richiesta al governatore Abbot di compiere un atto di clemenza e sospendere la pena. A mobilitarsi, insieme a tantissime singole persone e a Ong internazionali come Amnesty e “Not in my name”, il “Catholic mobilizing network”, rete sostenuta dalla Conferenza episcopale texana che da anni lotta contro la pena di morte ancora praticata nello Stato. La precedente esecuzione nello Stato risale all’8 luglio dello scorso anno; la prossima è prevista all’inizio di giugno. La rete ha chiesto di continuare a inviare messaggi al Texas Board of Pardons and Paroles e al governatore perché fermino l’esecuzione. La pena di morte “è inaccettabile in tutti i casi”, spiega il sito cattolico, riferendosi al Catechismo. Anche la famiglia della vittima ha pubblicamente perdonato Quintin Jones e ha avviato una petizione pubblica.
Jones, che dovrebbe ricevere l’iniezione letale alle 19 di oggi, ora texana, nei giorni scorsi aveva inviato un messaggio video al governatore dal braccio della morte della prigione Polunsky a Livingston, in cui è detenuto: “Oggi penso di più, mi voglio più bene”, dice “ci sono voluti anni per perdonarmi” e preziosa è stata la prozia Mari, sorella della vittima, “che mi ha amato così tanto da perdonarmi e questo mi ha dato la forza per provare a essere migliore e io voglio essere migliore”. “Mi drogavo, bevevo, mi detestavo, ho provato a uccidermi”, racconta Jones, “ma oggi non sono più la persona che ero. Sono diventato un uomo stando nel braccio della morte. Oggi uccidi un uomo, non il bambino che ero”.