La Siria e tutto il Medio Oriente continuano a vivere un tempo di dolore e sofferenza, in cui le “spaventose condizioni economiche” e il drammatico esodo delle giovani generazioni si intrecciano con “pressioni geopolitiche insostenibili” esercitate sulla vita quotidiana di tutti i popoli della regione. È lo scenario con cui si stanno confrontando patriarchi e vescovi riuniti a Aleppo, presso la sede del Vicariato apostolico per i cattolici di rito latino, per prendere parte al Consiglio dei capi delle Chiese cattoliche presenti in Siria. L’Assemblea ha preso il via ieri, martedì 18 maggio, e le sue diverse sessioni si protrarranno fino a giovedì 20 maggio. Alla riunione, presieduta dal patriarca siro cattolico Ignace Youssif III Younan e dal patriarca greco cattolico melchita Youssef Absi, prende parte anche il card. Mario Zenari, nunzio apostolico. Negli interventi introduttivi, secondo quanto riferisce l’agenzia Fides, il patriarca Younan e il patriarca Absi hanno delineato le questioni da porre al centro delle diverse sessioni di lavoro, a partire dal ruolo che Caritas Siria e le altre opere cattoliche possono offrire alla ricostruzione del Paese devastato da anni di conflitto e attualmente alle prese anche con l’emergenza pandemica da Covid-19. In particolare, spiega Fides, Younan ha richiamato l’urgenza di sostenere e favorire soprattutto in campo educativo i giovani, che hanno visto gli anni della loro crescita travolti dal conflitto, mentre il patriarca Absi ha offerto riflessioni sulla necessità di fronteggiare con ogni mezzo la crescente polarizzazione sociale che separa i pochi ricchi dalle moltitudini di siriani ridotti alla fame. Il card. Zenari, nel suo intervento, ha richiamato l’attenzione sulla celebrazione dell’Anno dedicato alla famiglia e alla figura di San Giuseppe, secondo le indicazioni di Papa Francesco, e ha richiamato l’importanza di sostenere e sviluppare l’opera di Caritas Siria in favore della crescente moltitudine di poveri siriani, a qualsiasi gruppo etnico o religioso appartengano. Le sanzioni economiche messe in atto contro la Siria, culminate nel “Caesar Act” dell’Amministrazione Usa del presidente Donald Trump e rimaste in vigore anche dopo l’arrivo alla Casa Bianca del democratico Joe Biden, colpiscono i cittadini siriani più vulnerabili “nel cuore della loro vita quotidiana”, tanto che “i contenitori della spazzatura nelle strade sono diventati una fonte di cibo per i più poveri”.