L’accidia “è una vera e propria tentazione contro la preghiera e, più in generale, contro la vita cristiana”. Lo ha detto il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, svoltasi nel Cortile di San Damaso. L’accidia, ha spiegato Francesco, è “una forma di depressione dovuta al rilassamento dell’ascesi, a un venire meno della vigilanza, alla mancata custodia del cuore. È uno dei sette vizi capitali perché, alimentato dalla presunzione, può condurre alla morte dell’anima”. “Come fare dunque in questo succedersi di entusiasmi e avvilimenti?”, si è chiesto il Papa. “Si deve imparare a camminare sempre”, la risposta: “Il vero progresso della vita spirituale non consiste nel moltiplicare le estasi, ma nell’essere capaci di perseverare nei tempi difficili. Cammina, cammina, cammina, e se sei stanco fermati un pò e torna a camminare, ma con perseveranza”. “Ricordiamo la parabola di San Francesco sulla perfetta letizia”, l’invito: “non è nelle fortune infinite piovute dal Cielo che si misura la bravura di un frate, ma nel camminare con costanza, anche quando non si è riconosciuti, anche quando si è maltrattati, anche quando tutto ha perso il gusto degli inizi”. “Tutti i santi sono passati per questa ‘valle oscura’, e non scandalizziamoci se, leggendo i loro diari, ascoltiamo il resoconto di serate di preghiera svogliata, vissuta senza gusto”, ha osservato il Santo Padre, secondo il quale “bisogna imparare a dire: ‘Anche se Tu, Dio mio, sembri far di tutto perché io smetta di credere in Te, io invece continuo a pregare’”.