Nel 2020, il tasso di occupazione dell’Ue per le persone di età compresa tra i 20 ei 64 anni era del 61,9% per le persone nate al di fuori dell’Ue e del 73,5% per le persone nate nell’Ue. Lo segnala un’indagine Eurostat sull’occupazione degli stranieri. “Durante il periodo dal 2010 al 2020, le persone nate al di fuori dell’Unione hanno sistematicamente registrato tassi di occupazione inferiori rispetto ai loro coetanei nati nell’Ue, con differenze che sono aumentate nel tempo fino al 2017. Successivamente le differenze nei tassi di occupazione hanno cominciato a restringersi fino al 2020, quando il divario si è nuovamente ampliato”. Tra gli Stati membri dell’Ue, nel 2020, la Repubblica Ceca ha registrato il tasso di occupazione più alto per le persone nate al di fuori dell’Ue (82,5%), mentre il tasso più basso è stato osservato in Belgio (52,3%). Tutti gli Stati membri tranne quattro hanno registrato un calo dei tassi di occupazione per i nati non Ue tra il 2019 e il 2020. Per le persone nate in un altro Stato membro dell’Ue, Malta (89,8%) ha avuto il tasso di occupazione più alto, mentre il tasso più basso è stato in Grecia (56,7%). Tra i 25 Stati membri dell’Ue per i quali sono disponibili questi risultati, 12 Paesi hanno registrato un calo dei tassi di occupazione e 13 hanno registrato un aumento tra il 2019 e il 2020.