Economia e criminalità: in aumento le variazioni societarie sospette e i provvedimenti interdittivi antimafia

Nonostante una flessione del 6,3% di variazioni societarie registrata in Italia (marzo 2019-febbraio 2020, 1.317.680 variazioni totali; marzo 2020-febbraio 2021, 1.234.618 variazioni totali) si è verificato un incremento del 7% delle segnalazioni per operazioni sospette analizzate nel 2020 e un aumento del 9,7% del numero delle società colpite dai provvedimenti interdittivi antimafia nel periodo Covid rispetto all’anno precedente. È quanto emerge dal quinto report redatto dall’Organismo permanente di monitoraggio ed analisi sul rischio di infiltrazione nell’economia da parte della criminalità organizzata di tipo mafioso.
Se la flessione, viene spiegato, è “riconducibile, verosimilmente, alla repentina stagnazione economica forzata dai ripetuti lockdown locali e/o nazionali e dall’incertezza dei tempi di riapertura delle attività economiche non considerate essenziali”, i dati relativi all’aumento di casi sospetti “devono essere letti nel segno di un contestuale innalzamento nel periodo Covid dell’attenzione delle Forze di polizia e degli altri organismi deputati a scongiurare infiltrazioni illecite nell’economia legale: a fronte di maggiori rischi deve, infatti, corrispondere un maggior controllo.
I settori più interessati dalle variazioni societarie, per entrambi i periodi indicati, sono quelli immobiliare e del commercio all’ingrosso.
Le Regioni dove si è registrato, in valore assoluto, il numero maggiore delle variazioni societarie considerate sono Lombardia, Lazio, Veneto, Campania ed Emilia-Romagna.
Per quanto riguarda le società colpite da interdittiva antimafia, le analisi relative ai due periodi hanno restituito un valore in aumento nel periodo Covid tanto del numero di società interdette (+9,7%) quanto del numero delle società interdette che hanno registrato variazioni societarie (+47 %).

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