Quasi il 90% delle piante selvatiche, fondamentali per il funzionamento degli ecosistemi e la conservazione delle specie e degli habitat e in generale della diversità biologica, ha bisogno degli insetti impollinatori per riprodursi. Nel processo di produzione alimentare, oltre il 75% delle principali colture agrarie beneficia dell’impollinazione, operata da decine di migliaia di specie animali (almeno 16mila tra gli insetti) in termini di produzione, resa e qualità dei raccolti, secondo i dati Ispra. Di qui l’importanza della Giornata delle api che si celebra ogni 20 maggio. Si inquadra in tale contesto la Direttiva 2021 sugli insetti impollinatori, firmata dal ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani lo scorso 31 marzo, che punta ad ampliare le attività di monitoraggio proposte nell’ambito delle Direttive 2019 e 2020, in coerenza con le indicazioni metodologiche già fornite da Ispra e con le eventuali ulteriori integrazioni che dovessero pervenire dall’Unione europea, spiega una nota del Mite.
Rientra tra le attività programmate con la Direttiva sugli insetti impollinatori “quella dell’ente Parco Alta Murgia che, in qualità di capofila dei parchi dell’area tirrenico/adriatica, ha proposto la messa a punto di un sistema di valutazione e raccolta dati della presenza e diversità degli impollinatori, tra i quali le api”. L’Ente parco dell’Alta Murgia ha inoltre reso attivo il monitoraggio con il progetto “Parco per api e farfalle”: un programma per la salvaguardia degli insetti impollinatori avviato in collaborazione con la Fondazione per lo sviluppo sostenibile e il Dipartimento di Biologia dell’Università di Firenze, che punta ad aumentare la conoscenza delle specie che vivono nel Parco, individuando interventi di miglioramento ambientale e pratiche di gestione delle aree forestali e agricole.
Sotto il coordinamento scientifico di Ispra è inoltre in fase di sperimentazione un database ad uso multiplo, orientato ad assicurare la compatibilità e l’interoperabilità dei dati e dei servizi di monitoraggio nelle azioni dei parchi, che punta anche a realizzare un’app per smartphone e tablet per la raccolta dei dati, secondo i protocolli definiti dall’Ispra.
Nel triennio 2019–2021 superano i 5,6 milioni i fondi impegnati a tutela degli insetti impollinatori. Un’azione costante, che ha aiutato i Parchi nazionali a migliorare le proprie conoscenze: i territori tutelati, grazie alla gestione applicata dai Parchi e alle azioni per limitare l’uso di fitofarmaci e conservare gli habitat, forniscono inoltre un importante contributo alla mitigazione degli impatti dei cambiamenti climatici.
“Un ulteriore incentivo – afferma il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani – alla tutela di questi insetti così preziosi per il mantenimento del nostro patrimonio di biodiversità, la cui sopravvivenza è messa seriamente a rischio dai cambiamenti climatici e dai fenomeni legati all’inquinamento ambientale”.