Le enclavi di Ceuta e Melilla, confine estremo dell’Unione europea perché territorio spagnolo circondato dal Marocco, sono state prese d’assalto tra ieri e oggi da circa 6.000 persone che dal Marocco hanno attraversato il confine, chi a piedi, chi su piccole barche, alcuni anche a nuoto, nell’indifferenza della polizia marocchina, denunciano le testate spagnole. Tra di loro numerosi minorenni. Il premier spagnolo Pedro Sanchez in conferenza stampa da Madrid, prima di partire per l’enclave, ha dichiarato di essersi confrontato “con diversi attori politici, sia spagnoli che europei, per affrontare la situazione in modo coordinato. La priorità è garantire il controllo del traffico al confine con il Marocco e fornire a Ceuta e Melilla i mezzi necessari per risolvere la crisi umanitaria e procedere con i rimpatri”. E una rassicurazione: “saremo fermi per garantire la sicurezza dei cittadini di fronte a qualsiasi sfida e in qualsiasi circostanza”. L’esercito e le forze di polizia sono già in forze nell’enclave. Da Bruxelles, Charles Michel, presidente del Consiglio Ue, ha espresso “appoggio e solidarietà alla Spagna”: le sue frontiere sono le frontiere dell’Ue, ha affermato e la “cooperazione e gli impegni condivisi dovrebbero essere i principi di una forte relazione tra Ue e Marocco”. E mentre nell’emiciclo del Parlamento si discuteva di politiche migratorie europee, il presidente Sassoli ha ricordato: “Abbiamo bisogno di una politica europea comune sulla migrazione e di impegni condivisi con i Paesi vicini per gestire la migrazione insieme”. Anche la presidente della Commissione Ursula von der Leyen si è fatta sentire, con un messaggio twitter in cui esprime solidarietà alla Spagna e chiede “soluzioni europee comuni alla gestione delle migrazioni”, con l’accordo sul nuovo patto per la migrazione e “partenariati più forti basati sulla fiducia e impegni comuni” con Paesi chiave come il Marocco.