“Un grande e geniale artista ma anche uno straordinario uomo di pace che non esitò ad usare il suo prestigio e notorietà per violare l’embargo insensato contro il popolo iracheno”. Così Alfio Nicotra e Angelica Romano, i due co-presidenti nazionali di “Un ponte per”, ricordano Franco Battiato, scomparso oggi a 76 anni.
“Era il 4 dicembre 1992 – spiegano i leader dell’associazione di volontariato che opera da oltre 25 anni in Medio Oriente – e l’Iraq e il suo popolo erano messi all’indice dalla comunità internazionale. Ci chiese di collaborare ad un suo sogno, quello di tenere un concerto a Baghdad. Ci parve subito una idea bellissima e mettemmo a disposizione ogni nostro contatto e forza affinché il concerto si tenesse. Senza la sua ferma volontà non ci saremo mai riusciti”. “Fu un concerto emozionante, bellissimo – proseguono Nicotra e Romano -, in Italia fu trasmesso in diretta dal Teatro nazionale di Baghdad da Videomusic. Le note rompevano gli steccati, attraversavano il muro dell’odio, unendo con la musica i popoli.” “Battiato stesso – proseguono i due co-presidenti – ricordava, non nascondendo la propria emozione, la commozione dei musicisti iracheni privati, a causa dell’embargo, di spartiti, ance e corde per violini. Lo stesso pianoforte del concerto venne accordato a 440 invece che a 442 per paura che saltasse tutto. Ancora oggi quando incontriamo i musicisti iracheni di quel concerto ci chiedono di portare il loro saluto e ringraziamento a questo grande maestro”. “La sua era una musica speciale – concludono Romano e Nicotra – ponte tra culture e al tempo stessa meticcia. C’era tanto Mediterraneo e mondo arabo nelle sue note”.