“Costruire la propria vita è quasi un imperativo categorico nella nostra società attuale che tende ad esaltare l’individuo. Papa Francesco invita spesso i giovani a costruire il domani padroneggiando la propria esistenza, che non è mai stata così dipendente dalle condizioni esterne come nel mondo globalizzato. Ma come giungere a un progetto di vita corrispondente alle proprie aspettative?”. Riflette su questo il numero di maggio della rivista “Rogate ergo”, mettendo in relazione l’esigenza di fare chiarezza su se stessi e la scoperta dei segni della “chiamata” attraverso un costante atteggiamento di vigilanza.
Per lo psicologo don Nico Dal Molin si diventa costruttori della propria e dell’altrui vita entrando nella logica delle piccole cose e dei grandi sogni. Per il pedagogista Mario Pollo la relazione educativa, che sostiene l’educando nella scoperta e nella realizzazione della propria vocazione, va intesa come “il contributo che ogni persona deve dare alla vita e al mondo per realizzare il compito che Dio ha posto nell’unicità della sua persona”. “Su ogni scelta grava, però, il timore dell’imprevedibilità e dell’insuccesso – si legge nella presentazione della rivista –, dal momento che la paura, aggravata oggi dalla pandemia, è un sentimento sociale che accentua il senso di minaccia e fragilità personale. Ma ogni storia è unica e tutte partono da un incontro che illumina nel profondo, che tocca il cuore e coinvolge tutta la persona: affetto, intelletto, sensi e credo”. Il rapporto con Dio, come la rivista evidenzia attraverso una carrellata di “santi costruttori”, non riguarda solo una parte della persona, ma tutto l’essere. Lo dimostra l’esperienza diocesana del “Centro vocazionale Ora Decima” di Vicenza, aperto ai giovani che chiedono di fermarsi per un accompagnamento personalizzato a partire dalla preghiera e dall’ascolto della Parola di Dio.