“Comunicare vuol dire soprattutto aiutare a formare coscienze libere e forti, che è parte del nostro servizio. Facendolo prepareremo donne e uomini di qualità, pronti a impegnarsi per il bene comune”. Questa la “missione” che il vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, mons. Riccardo Fontana, delegato della Commissione episcopale toscana per la cultura e comunicazioni sociali, affida ai comunicatori in un messaggio rivolto per la 55ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali che si celebra domani. “Non ripieghiamo sulle tradizioni, sulle devozioni, sul déjà vu, che non comunicano con la gente, ma con il folklore”, scrive mons. Fontana. “Non confondiamo la preghiera, con le sue forme. Comunicare ci chiede di avere il coraggio di voltare pagina”. “Da prete sessantottino, viceparroco nella periferia romana negli ‘Anni di piombo’, ricordo che avevamo la voglia di non fermarci di fronte alle difficoltà”, ricorda il vescovo. “Mi piace ricordare alcuni pastori capaci di rimotivarci continuamente. Oggi da vescovo vorrei saper fare altrettanto ritornando a comunicare nella scuola, negli oratori, nelle istituzioni formative. Comunicare si può: cerchiamo di farlo insieme, non nella ricerca del sensazionale che stufa, ma nell’offerta di quei favolosi contenuti che ci fecero raccogliere la sfida e ci fecero vedere che è bello coinvolgerci in questa Chiesa”.