“Questa è epoca di grandi riflessioni collettive. Perso l’ottimismo, spesso sconsiderato, dei primi dieci anni di questo secolo, è iniziato un periodo di riesame di ciò che siamo divenuti. E ci troviamo peggiori di ciò che pensavamo, ma più sinceri nel vedere le nostre fragilità e più pronti ad ascoltare voci che prima erano marginali. Vediamo il danno che abbiamo fatto al pianeta e vediamo il danno che abbiamo fatto a noi stessi. La questione demografica, come quella climatica e quella delle diseguaglianze, è essenziale per la nostra esistenza”. Lo ha ricordato il presidente del Consiglio Mario Draghi, intervenendo, stamattina, agli Stati generali della natalità, in corso a Roma. In realtà, “voler avere dei figli, voler costruire una famiglia sono da sempre desideri e decisioni fondamentali nelle nostre vite. Nel senso che le orientano e le disegnano in modo irreversibile. Ma la loro essenzialità, cioè l’essenzialità di volere avere dei figli e di volere costruire una famiglia, la loro essenzialità, non era percepita. La dimensione etica che questi desideri e queste decisioni comportano è fondante per tutte le società dove la famiglia è importante, secondo molti, me incluso quindi per tutte le società. Tuttavia, essa, questa dimensione etica, veniva spesso negata o respinta”, ha aggiunto.
Per molti anni “si è pensato infatti che il desiderare o meno dei figli dipendesse dall’accettare con coraggio e umanità questa dimensione etica. O invece respingerla, negarla in favore dell’affermazione individuale. Ciò ha avuto conseguenze sociali divisive – l’analisi del premier -.
Si è guardato alle donne che decidevano di avere figli come un fallimento, e all’individualismo come una vittoria”.
Oggi, “con il superamento di importanti barriere ideologiche, abbiamo capito che questa era una falsa distinzione che tra l’altro non trova riscontro nei dati, come è stato appena detto dal presidente De Palo, e mostra uno studio recente del Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione: le coppie vorrebbero avere più figli di quelli che effettivamente hanno”.
In Italia, ha ammesso Draghi, “questa differenza è molto ampia. È stato detto che le coppie italiane vorrebbero avere in media due figli, ma in realtà ne hanno 1,24”.