“La scuola italiana ha molti problemi ma anche molte risorse. È dopo la famiglia la prima comunità che i bambini incontrano ed è l’unica istituzione che vede i bambini trasformarsi in ragazzi, in adolescenti e poi giovani, donne e uomini, è una istituzione che li accompagna nella trasformazione di corpo e mente e deve insegnare come vivere anche il dolore”. Lo ha detto Patrizio Bianchi, ministro dell’Istruzione, intervenendo stamattina agli Stati generali della natalità, in corso a Roma. “Io ho detto che la scuola deve essere affettuosa, dobbiamo ricostruire un sapere, un imparare di affetti, non c’è natalità se non ci sono gli affetti”, ha aggiunto il ministro, che ha invitato a non cadere “nella trappola della povertà educativa”. “Nel nostro Paese – ha ammesso – sono troppo diverse le basi di partenza. In alcune parti del Paese la disponibilità di asili nido è al 50%, in altre al 3%”. Per Bianchi, “la scuola è una comunità in cammino. E non possiamo non citare lo sguardo lungo del Papa con il Patto educativo globale. Da questo dobbiamo ripartire. Il Governo italiano è pronto a sostenere il Santo Padre in questa grande visione che cambierà il nostro mondo”.