“Le nostre istituzioni subiscono quotidianamente duri attacchi informatici da organizzazioni autonome e entità governative straniere”. Così il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli intervenendo all’evento organizzato dagli uffici di rappresentanza italiani del Parlamento Ue e della Commissione Ue dedicato alla nuova strategia europea per la sicurezza informatica. “La connessione di tutti è aumentata ma anche questi attacchi sono diventati più efficaci e efficienti” nel colpire infrastrutture e istituzioni “per guadagni finanziari, raccolta di informazioni, intelligence, spionaggio”, spiega Sassoli. Nel 2019 si sono registrati 700 milioni di cyber attacchi. Mentre nel 2020 si contano oltre 5.500 miliardi di danni causati da cyber attacchi, tre volte tanto rispetto ai dati del 2015. “Siamo in un momento particolare della nostra storia, con la pandemia abbiamo scoperto dove siamo resistenti e dove siamo vulnerabili – ha detto Sassoli –; la pandemia ha messo in evidenza le nostre debolezze e vulnerabilità. L’Unione europea oggi è soggetta ad attacchi informatici costanti”. Rispetto all’impegno europeo per la sicurezza informatica, il presidente dell’Europarlamento ha ricordato poi che “la Commissione europea e l’Alto rappresentante per gli affari esteri, Joseph Borrell, propongono continuamente strumenti migliori per affrontare le minacce informatiche e adottare nuove strategie Ue per questo campo in cui la sicurezza deve essere garantita”.
Al momento “abbiamo due direttive, una sulla rete e i sistemi informativi e un’altra sulla resilienza delle entità e infrastrutture critiche” ha ricordato. Nel marzo 2021 il Consiglio ha pubblicato le conclusioni sulla strategia informatica. “Il Consiglio ha indicato la via da seguire: servono reti di centri operativi, unità informatiche comuni, una cassetta degli attrezzi sul 5G, degli standard di sicurezza, criptografia, rafforzamento degli standard della diplomazia informatica – ha aggiunto Sassoli –. Il Parlamento europeo è in questo momento molto attivo: Oltre ad aver presentato e votato delle risoluzioni, le nostre commissioni per gli affari esteri, sicurezza e industria sono impegnate su questi documenti”. Il Parlamento Ue ha già ricordato che “gli attacchi informatici potrebbero costituire un motivo sufficiente per uno Stato membro per invocare la clausola di solidarietà dell’Ue l’articolo 222 del Trattato sul funzionamento dell’Unione” spiega Sassoli. Il Parlamento ha sempre richiesto misure forti a livello europeo “per contrastare minacce ibride, come la risoluzione del giugno 2018 sulla sicurezza informatica che resta un punto di riferimento”.