Colombia: mons. Monsalve (Cali), unirsi in una sorta di “processo di cooperazione per la salvezza collettiva”

Superare lo scontro, la violenza, il vandalismo e unirsi in una sorta di “processo di cooperazione per la salvezza collettiva” con il coinvolgimento della società civile e degli stessi organismi internazionali. Un percorso che l’arcidiocesi si Cali si sta sforzando di percorrere.. Lo afferma in un videomessaggio l’arcivescovo, mons. Darío de Jesús Monsalve Mejía rivolgendosi a tutti i colombiani per allentare la tensione a Cali, dove gli indigeni hanno tolto la loro “occupazione” (ma in città non sono mancati scontri neppur ieri), le maggiori tensioni ieri si sono verificate a Buga, circa 50 chilometri più a nord. Il Governo ha inviato l’esercito e la Polizia speciale per forzare il blocco della strada Panamericana. Mons. Monsalve ha scritto inoltre una lettera alla “minga” indigena, all’assemblea degli indigeni riuniti nel coordinamento Cric, che dopo aver occupato l’Università del Valle sono tornati nei loro territori, soprattutto nel dipartimento del Cauca. L’arcivescovo “chiede perdono”, a nome di tutta la città, per il trattamento ricevuto dagli indigeni, la cui pacifica protesta è stata repressa in modalità che sono state denunciate da ong e organismi internazionali. Mons. Monsalve parla di “inaccettabili attacchi contro la vita e la sicurezza”, e ha proseguito: “Faccio mia e nostra la situazione di tante persone ferite”. In una nota, il vescovo di Quibdó, mons. Juan Carlos Barreto Barreto, parla di proteste “legittime” da parte della popolazione, a causa delle “situazioni di ingiustizia che si vivono nel Paese, ed esorta a “rafforzare il dialogo e la ricerca di accordi che ci facciano camminare verso un Paese migliore”.
Colombia, ancora una serata di violenza nel sudovest, ma Governo e Comitato dello sciopero nazionale dialogano, con Chiesa e Onu come garanti. Mons. Monsalve (Cali): “Chiedo perdono agli indigeni”.

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