“Abbiamo riconosciuto l’urgente necessità di un’azione globale per combattere la crisi climatica. In questo contesto, ci siamo impegnati a lavorare in prima persona, e esortiamo altri paesi a fare lo stesso, per raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette di gas a effetto serra entro il 2050 e per intraprendere azioni, nel decennio in corso, in linea con il mantenimento del limite di 1,5°C di innalzamento della temperatura”. Lo affermano in una dichiarazione congiunta il ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, il ministro degli Affari esteri, Luigi Di Maio, e l’Inviato speciale del presidente degli Stati Uniti per il clima, John Kerry, che si sono incontrati oggi, a Roma.
“Queste azioni – spiegano – dovrebbero mitigare le emissioni utilizzando le tecnologie attuali, nonché portare allo sviluppo di nuove tecnologie necessarie per prevenire le emissioni future. I nostri sforzi si estenderanno a vari settori, dall’energia ai trasporti all’industria e all’agricoltura”.
I tre esponenti di governo hanno “deciso di lavorare a stretto contatto nei prossimi mesi per il successo della riunione della Conferenza delle Parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, che si terrà a Glasgow nel novembre 2021. Intendiamo quindi riunire gli Stati Parte dell’Accordo di Parigi, in particolare quelli del G20 – che si riunirà quest’anno sotto la presidenza italiana – per rafforzare le loro ambizioni climatiche”. Cingolani, Di Maio e Kerry hanno “anche deciso di lavorare con altri Paesi e con il settore privato per aiutare le realtà più vulnerabili del mondo ad adattarsi e rispondere agli impatti climatici. Abbiamo inoltre stabilito di lavorare insieme per aiutare a incrementare i finanziamenti e gli investimenti privati sia per la mitigazione degli effetti avversi che per l’adattamento ai cambiamenti climatici”.