Come si sta modificando l’atteggiamento delle giovani generazioni nei confronti della questione religiosa e, complessivamente, davanti alla vita? Quali effetti è destinata a produrre in loro la pandemia? A queste domande ha cercato di dare risposta un’indagine promossa dall’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo e pubblicata nel volume “Niente sarà più come prima. Giovani, pandemia e senso della vita”, curato da Paola Bignardi (coordinatrice dell’Osservatorio) e don Stefano Didonè (docente di teologia fondamentale e di ermeneutica biblica alla Facoltà teologica del Triveneto) ed edito da Vita e pensiero (Milano 2021).
Il libro darà origine al dialogo su “Giovani e pandemia” organizzato domani, venerdì 14 maggio, da Facoltà teologica del Triveneto e Centro universitario padovano. L’evento si terrà in diretta Facebook, sulle pagine del Centro e della Facoltà, con la possibilità di partecipare anche in presenza presso il Centro universitario (massimo 25 posti, da prenotare entro oggi a info@centrouniversitariopd.it). Interverranno alcuni studenti, suor Marzia Ceschia (docente della Facoltà) e don Giorgio Bezze (Centro universitario); saranno presenti i curatori del libro.
L’indagine dell’Osservatorio ha coinvolto alcuni giovani in dieci focus group distribuiti sul territorio nazionale: Firenze, Napoli, Nembro (Bg), Padova, Pennabilli (Rn), Reggio Calabria, Roma, Saluzzo (Cn), Torino, Trento, nel periodo dal 12 novembre al 3 dicembre 2020. Dai racconti di questi giovani si sono lasciati interpellare dieci adulti, con diverse sensibilità e competenze: un dialogo ideale tra generazioni, che rimanda l’immagine di un mondo giovanile ricco e sensibile, assetato di autenticità, e che l’esperienza della crisi pandemica ha reso più pensoso e disponibile ad accogliere i grandi interrogativi sulla vita.
“Tutto ciò interpella la Chiesa, la sua pratica pastorale e anche la sua teologia – sottolineano Paola Bignardi e Stefano Didonè –. È sempre più chiaro che servono delle elaborazioni e un linguaggio nuovi, più fiduciosi riguardo alla possibilità di venire alla fede tramite dei percorsi personalizzati e non dei modelli standard”.