La presunta vittima di abusi, L.G., una volta conclusa la sua permanenza al Preseminario San Pio X, consigliò ad un ragazzo di andarci. È quanto è emerso dall’udienza di oggi, durante la quale – ha riferito il “pool” di giornalisti ammessi in aula – sono stati ascoltati 5 testimoni, tutti ex allievi, uno dei quali prossimo a diventare sacerdote (che ha chiesto di utilizzare solo le sue iniziali) e un altro attuale vicerettore. “Entrai in Preseminario su suggerimento di L.G. che aveva avuto una buona esperienza”, ha dichiarato Thomas Compagnoni: “Mi consigliò vivamente di andare giù (a Roma, ndr). Mi ha così entusiasmato che su due piedi andai”. Era l’estate del 2012, questo ragazzo oggi 20enne e allora 12enne frequentò prima il corso estivo e poi tornò al Preseminario a settembre per restarci. La presunta vittima, L.G., non riferì delle molestie subite. Uno dei testi, inoltre, Andrea Garzola, ex alunno oggi 25enne, si è più volte contraddetto. Sui racconti ricevuti da Kamil (Garzola è il ragazzo del Veneto per il quale Kamil era scappato dal Preseminario per andarlo a trovare) ha dato tre versioni differenti: una al Promotore di Giustizia nel 2018, una ai carabinieri di Asolo nel 2019 per il procedimento aperto presso il Tribunale di Roma, una oggi. Nella prima diceva di avere saputo da Kamil, quando questo si recò da lui scappando dal San Pio X, di molestie commesse dall’imputato Gabriele Martinelli; nella seconda versione che Martinelli entrava nella stanza di L.G. per abusarlo. Oggi ha detto: “Non ho voluto parlare con lui (Kamil, ndr)”. Di fronte alla richiesta di chiarire la verità, ha risposto più volte: “Non ricordo. Sono passati tanti anni, non ricordo”. “A 25 anni dovrebbe avere la memoria fresca, la storia della memoria non funziona”, la replica del presidente del Tribunale vaticano, Giuseppe Pignatone: “Non è credibile che lei non ricordi quel fatto, tenga conto che sarà anche interrogato dal Tribunale di Roma”. Quindi ha sospeso la testimonianza per dare il tempo di vedere se ricordava qualcosa. Quando è rientrato, Gazola ha confermato di “non ricordare, penso di aver voluto rimuovere molte cose”. M.B., ex alunno, ha riferito di aver raccolto le confidenze della presunta vittima, L.G., che in tutto il periodo di permanenza al Preseminario aveva subito molestie da Martinelli, il quale di notte andava nella sua camera. L.G. gli confidava questo “con una sensazione di sgradevolezza e disagio”. M.B. ha condiviso la stanza con la presunta vittima per uno/due anni e alla domanda se abbia mai visto o sentito Martinelli entrare di notte per molestare L.G. ha risposto: “No, ho il sonno pesante”. Il responsabile della basilica, Felice Gallo, ha parlato solo pochi minuti per dire, rispondendo alle domande, che il bagno dietro l’altare della cattedra “era usato soprattutto dai ‘sanpietrini’ della basilica” e che “al terzo piano della basilica, dove i ragazzi del preseminario mettevano le vesti liturgiche prima della Messa, c’era sempre un ‘sanpietrino’”. Infine don Francesco Vicini, oggi vicerettore, coetaneo di Martinelli con il quale ha condiviso sia il preseminario che il seminario (sono diventati diaconi e sacerdoti insieme), ha affermato di non aver mai sentito di episodi di abusi fino all’arrivo delle prime lettere anonime del 2013. Pur avendo diviso la stanza sia con Martinelli che con la presenta vittima L.G., ha dichiarato di non aver mai sentito o visto abusi: “Assolutamente no, mai avuto contezza di episodi di abusi”, la risposta alla domanda. “Le accuse sono forse frutto della volontà di vendicarsi dei presunti torti subiti”, ha affermato, aggiungendo che tra coloro che accusano ci sono Kamil e Flamini che “erano stati allontanati dal Preseminario”. Quanto alla presunta vittima, L.G., ha affermato che che aveva “una grande gelosia” della fiducia di cui Martinelli godeva da parte del rettore. “Erano sempre a litigare su ogni cosa”, ha aggiunto: “C’era competizione tra i due. L.G. si lamentava, non stava zitto, era l’ultimo sul quale Martinelli potesse fare ritorsioni”.