“Papa Francesco nel suo messaggio dice che ‘occorre incontrare le persone come e dove sono’. Mi colpisce questo ‘come e dove’, soprattutto il ‘come’. Spesso, infatti, noi abbiamo un’immagine nostra di come dev’essere la realtà. Invece è la realtà che guida, che ‘comanda’, quindi noi dobbiamo seguire e servire la realtà”. Lo dice mons. Giovanni Mosciatti, vescovo di Imola e delegato della Conferenza episcopale dell’Emilia Romagna (Ceer) per le comunicazioni sociali, in occasione della 55ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali che si celebra domenica 16 maggio. “Riguardo al dove, poi, quante volte ci rifugiamo dentro le nostre case e pensiamo di scrivere, di fare. Invece bisogna andare – aggiunge il presule -. È il compito di ogni cristiano: andate, andate lì a vedere, vedete con i vostri occhi che cosa sta succedendo e dite, raccontate a tutti quello che vedete. Questo è il grande compito della comunicazione”.
Rispetto alla possibilità di comunicazione a distanza legate alla pandemia, mons. Mosciatti osserva: “È importante capire che si tratta di un mezzo, di uno strumento, quindi, con cui si possono fare cose bellissime ma che può essere anche un problema. Pensiamo a tutto quello che c’è stato con la didattica a distanza, a quanti ragazzi hanno fatto fatica, a quel rapporto umano che mancava. Però gli strumenti sono stati utili. Quanti incontri on line abbiamo fatto, anche a livello internazionale! Tutti lì in un attimo concentrati, collegati anche da tanti Paesi, persone che mai sarebbero potute venire. È stata, quindi, una grande occasione, ed è così vero che abbiamo ripensato a tante modalità su come comunicare le cose e magari usare meglio il tempo. Uno strumento che va utilizzato bene e con un fine chiaro: questo è importantissimo”.
Il vescovo sottolinea: “Carità vuol dire amore, attenzione alle persone ‘come e dove sono’. Questo è importante: un amore che va proprio al particolare. A te che senti la solitudine la comunicazione permette di essere parte di un’unica realtà, di un cammino comune, di stare insieme, anche se magari vivi un momento di fatica perché sei ammalato, stai soffrendo, sei solo, ma in realtà così non sei più solo. La comunicazione, infatti, è decisiva da questo punto di vista”.