Giornata comunicazioni sociali: mons. Bellandi (Salerno), “le parole possono concorrere a creare barriere o ponti tra le persone”

“La missione del comunicatore, oggi più che mai, è di fondamentale importanza per lo sviluppo del tessuto sociale così duramente provato pure dalla pandemia da Covid-19. Le parole, di cui siete maestri nell’utilizzo, possono concorrere a creare barriere o ponti tra le persone che le leggono o le ascoltano. Questo vi impone un notevole sforzo nel lavorio di svuotamento di voi stessi, di attenzione verso la tentazione di cedere alla logica di mercato dell’informazione finalizzata all’esclusiva vendita o cattura di un ‘mi piace’ sui social, proprio per comunicare informazione autentica e non notizie di parte o strumentalizzabili da interessi diversi. Una tensione che in voi è evidente e che io, oltre ad apprezzare, sostengo con la preghiera”. Lo scrive l’arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno, mons. Andrea Bellandi, in un messaggio a giornalisti e a quanti sono impegnati nel mondo della comunicazione, in occasione della celebrazione della 55esima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali.
Ricordando le parole di Papa Francesco, nel Messaggio dedicato alla prossima Giornata mondiale, il presule evidenzia: “La presenza fisica del giornalista e di chiunque vuole comunicare, il pensiero libero da pre-condizionamenti o chiavi di lettura impostate aprioristicamente, il desiderio di cogliere e raccontare la verità sono l’antidoto all’appiattimento della comunicazione e alla frenesia della corsa ad essere ‘i primi’ a discapito dei contenuti e che, alla lunga, diventa il fondamento della crisi dell’informazione”. In poche parole, “comunicare non può prescindere dall’esperienza viva della conoscenza e dell’incontro; e l’abilità risiede nel rispetto dei fatti, belli o brutti che siano, che determinano il vissuto. La vostra passione, la profonda umanità e la consapevolezza di concorrere al bene comune in modo sostanziale vi rende unici e punto di riferimento per chi vuole conoscere davvero”. E conclude: “È questa una grossa responsabilità che ci accomuna tutti, ma proprio per questo nessuno è solo nell’esercizio del proprio dovere e, nel salutarvi, vi incoraggio a continuare ad essere testimoni della vita e di ciò che di essa raccontate”.

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