Sarebbero 8 bambini e un insegnante le vittime della sparatoria avvenuta in una scuola di Kazan, nella regione del Tatarstan. In ospedale, alcuni dei 32 feriti sono stati ricoverati in gravi condizioni. Ma le fonti stampa russe non sono concordi nel definire i contorni della tragedia. Questa mattina intorno alle 9.20, mentre nella scuola si trovavano oltre 700 studenti e 70 insegnanti, Ilnaz Galyaviev, diciannove anni, poi arrestato dalla polizia, è salito al secondo piano della scuola dove ha fatto fuoco con un mitra. Il ragazzo aveva studiato in quella scuola e aveva un porto d’armi dal 28 aprile. Immediate le reazioni di condanna e di cordoglio, a partire dal presidente Vladimir Putin, che ha chiesto che siano “con urgenza inasprite le regole per la circolazione delle armi”. Anche il patriarca Kirill, in una lettera al presidente della Repubblica del Tatarstan, lo ha ribadito: “La tragedia che si è verificata solleva indubbiamente un serio interrogativo sulla necessità di rivedere le norme che regolano la diffusione delle armi da fuoco nella società russa moderna”. Kirill si è rivolto anche ai familiari delle vittime: “È difficile trovare le parole per esprimere il dolore lancinante della perdita vissuta dai genitori che hanno perso i loro figli e i sentimenti che travolgono i cuori di milioni di persone sconvolte dalla tragedia che si è verificata”, si legge nella lettera. “La Chiesa ortodossa russa è con tutti voi, con i parenti e gli amici di coloro che sono stati uccisi e feriti”. Parole di cordoglio anche da parte di padre Andrey Startsev, rettore della Chiesa cattolica a Kazan: “Esprimo le mie condoglianze alle famiglie e agli amici dei bambini che sono morti a causa della crudele aggressione nella scuola 175 di Kazan. I cattolici di Kazan piangono e pregano per le vittime, i feriti e le loro famiglie”.