Quella di Lina Merlin, prima donna eletta al Senato, è “una figura di straordinaria attualità. Specialmente oggi, di fronte alle incertezze della pandemia, il suo cammino può essere per tutti noi, ed in particolare per le donne, una fonte preziosa di ispirazione per costruire il futuro”. Lo ha affermato il presidente del Senato della Repubblica, Maria Elisabetta Alberti Casellati, nel corso della cerimonia di inaugurazione del busto bronzeo di Lina Merlin, collocato al primo piano di Palazzo Madama, accanto all’ingresso laterale dell’Aula. In questo emiciclo, ha proseguito la seconda carica dello Stato, “Lina Merlin è stata protagonista di tante battaglie politiche ed istituzionali. Battaglie che hanno cambiato profondamente il ruolo delle donne nella società”. Casellati ha parlato di Merlin come di “una donna straordinaria”, “una donna moderna, profondamente legata alla sua origine padovana, ma aperta al mondo, sempre pronta a coniugare i suoi alti ideali con la concretezza di azione. Una donna coraggiosa, capace di testimoniare e difendere le proprie idee e i propri valori anche contro un sistema ostile o avverso”. Ripercorrendo la vita – dall’esperienza di giovane insegnante a quella nella Resistenza, fino alla partecipazione all’Assemblea Costituente e poi all’attività in Senato -, Casellati ha ricordato che fu Merlin a battersi affinché nell’art. 3 della Costituzione “fosse espressamente inserito il riferimento al sesso quale possibile causa di discriminazione e ostacolo al principio di uguaglianza. Un riferimento prezioso che si sarebbe rivelato, negli anni a seguire, la pietra angolare delle politiche di parità”. “Per Lina Merlin – ha proseguito – affrontare la questione femminile significava mettere al centro la donna come titolare di diritti: il diritto alla salute, il diritto alla formazione e all’istruzione, il diritto al lavoro”: “Una prospettiva non scontata in quel momento storico e rivoluzionaria per l’impatto che il riconoscimento costituzionale di quei diritti avrebbe avuto sulla legislazione ordinaria, sulla prassi e sui costumi”, ha notato la presidente del Senato, aggiungendo che “si trattava di una prospettiva fortemente ancorata alla granitica convinzione del bene prezioso da tutelare: la dignità e la ricchezza interiore della donna”. Tra i provvedimenti “decisivi per dare tutele reali alle donne nelle dinamiche e negli equilibri sociali”, la legge “contro lo sfruttamento della prostituzione o l’abrogazione della cosiddetta ‘clausola di nubilato’, che consentiva il licenziamento delle lavoratrici in caso di matrimonio”. “Battaglie, queste, condotte con le armi della tenacia e della determinazione per difendere la dignità della donna contro ogni possibile forma di sfruttamento o di penalizzazione”, ha sottolineato Casellati.