“Rendere visibile l’invisibile” è lo slogan scelto per la Giornata mondiale della fibromialgia che ricorre domani per sensibilizzare su questa patologia non ancora sufficientemente nota. “Una sindrome invalidante e dolorosa che nel nostro Paese colpisce circa 2 milioni di persone, di cui il 90% donne” e che si manifesta con dolori muscolo-scheletrici diffusi, affaticamento, rigidità, parestesie, insonnia e una limitata esecuzione delle normali attività giornaliere, spiega un documento predisposto per la ricorrenza dall’Ufficio nazionale per la pastorale della salute della Cei.
“In questo anno segnato dalla pandemia – si legge nel testo – appare significativo non dimenticare queste patologie meno note che a causa dell’emergenza sanitaria hanno subito un’ulteriore riduzione di visibilità. Molti pazienti fibromialgici hanno segnalato una maggior difficoltà nell’accedere alle terapie fisiche riabilitative, fondamentali per la gestione della sintomatologia dolorosa”. “Al dolore della patologia si aggiunge la sensazione di incomprensione e abbandono”, riferisce Edith Aldama, referente area malattie reumatiche dell’Ufficio di pastorale della salute della diocesi di Roma . “Una patologia ancora troppo poco nota soprattutto ai medici di base che faticano a indirizzare verso lo specialista reumatologo”, prosegue Aldama, infermiera e malata fibromialgica.
“Ma l’aspetto che cristianamente ci interpella maggiormente – prosegue il testo dell’Ufficio guidato da don Massimo Angelelli – è l’impatto, spesso devastante, che ha tale patologia sulla qualità della vita dei pazienti; il paziente fibromialgico perde talvolta il lavoro per le troppe assenze e anche i legami familiari risultano messi a dura prova da questa sindrome invalidante”. Decisiva “la prosecuzione dell’iter legislativo del ddl Boldrini finalizzato a riconoscere la fibromialgia come malattia invalidante; tale riconoscimento porterebbe i pazienti a poter usufruire all’esenzione dalla partecipazione al costo per le correlate prestazioni sanitarie. Favorirebbe inoltre l’individuazione sul territorio nazionale di strutture pubbliche idonee alla diagnosi e alla riabilitazione di questa patologia”.
Ai gruppi che operano a favore di questi malati, e che si sono riuniti domenica 9 maggio per il Regina Coeli in piazza San Pietro, il Papa ha rivolto parole di incoraggiamento e benedizione: “Saluto le persone affette da fibromialgia: esprimo loro la mia vicinanza e auspico che cresca l’attenzione a questa patologia a volte trascurata”. In questa direzione va anche lo spazio dedicato alla patologia all’interno del XXII Convegno nazionale di pastorale della salute della Cei.