“Se da un lato le prospettive di crescita globali sono migliorate, guidate dal robusto rimbalzo di Cina e Stati Uniti, la crescita di infezioni da Covid-19 e il progresso inadeguato della vaccinazione in molti Paesi minacciano una ripresa di ampio spettro dell’economia mondiale”. È quanto emerge dall’aggiornamento di metà anno del World economic situation and prospects (Wesp) diffuso oggi dal Dipartimento Onu per gli Affari economici e sociali (Desa). Il rapporto mette in evidenza “il rischio che il devastante impatto socio-economico del Covid-19 sia destinato a farsi sentire per anni a meno che non si intervenga con investimenti intelligenti in resilienza economica, sociale e climatica e venga garantita una ripresa economica solida e sostenibile”. Dopo la brusca contrazione del 3,6% nel 2020, il Desa prevede un’espansione dell’economia globale del 5,4% nel 2021, in linea con le previsioni Onu al rialzo del gennaio scorso. L’aggiornamento certifica che tra campagne di vaccinazioni rapide e continue misure di sostegno fiscale e monetario, Cina e Stati Uniti – le due maggiori economie mondiali – sono in via di ripresa. Invece, in contrasto, le prospettive di crescita in molti Paesi in Asia meridionale, Africa sub-Sahariana, America Latina e Caraibi rimangono fragili e incerte. Per molti Paesi, si prevede un ritorno della produzione economica ai livelli pre-crisi solamente nel 2022 o 2023.
Nel rapporto viene poi ribadito che “la pandemia ha colpito in modo sproporzionato le donne”: sia perché “sono state in prima linea nella lotta alla pandemia”, sia “sobbarcandosi il peso di lavoro domestico e assistenziale non remunerato”. Il Desa denuncia che “le donne rimangono sottorappresentate nei processi decisionali relativi alla pandemia e nella risposta di politica economica alla crisi”. Nel rapporto l’Italia viene citata due volte: per i bassi tassi di natalità e per la disparità strutturale di genere nel mercato del lavoro e nelle politiche di protezione sociale.
Secondo il Desa, infine, “le misure fiscali e monetarie che guidano la ripresa devono tenere conto del diverso impatto della crisi sui diversi settori della popolazione, comprese le donne, per garantire una ripresa economica che sia inclusiva e resiliente”.