“Procedere a una riforma graduale componendo l’assegno familiare da tre parti”: è quanto chiedono le Acli. “La prima – si legge in una nota -sarebbe quella composta mantenendo le detrazioni per i figli a carico almeno fino al varo di una norma di riforma dell’Irpef e prevedendo anche un aumento del limite di reddito dei figli per essere considerati a carico innalzato a 4.200 euro anche per i figli di età superiore ai 24 anni; la seconda sarebbe quella con un importo variabile in funzione dell’Isee”, mantenendo “all’interno della componente dell’Isee che tiene conto del patrimonio (cioè dell’Indicatore situazione patrimoniale) una franchigia che permetterebbe di salvaguardare i piccoli risparmi. Le eventuali famiglie che potrebbero vedersi ridotto l’importo rispetto a quello attuale saranno solo quelle con un patrimonio superiore ad una certa quota. Infine, la terza parte sarebbe quella universale e indipendente da tutti i fattori economici. La prima parte corrisponde ad una spesa totale di 7,8 miliardi di euro, la seconda parte corrisponde ad una spesa di 12 miliardi e la terza parte ad una spesa di 200 milioni: in questo modo il totale della spesa per le casse dello Stato corrisponde proprio ai 20 miliardi che sono stati previsti per l’assegno unico”.
Così “il sistema garantirebbe maggiore equità mantenendo l’universalità, perché gli unici che ci perderebbero rispetto al sistema attuale potrebbero essere solo quelle famiglie a reddito basso ma Isee alto per effetto della componente patrimoniale; avremmo comunque una universalità dell’assegno che verrebbe erogato a tutti i genitori con figli, indipendentemente dal reddito o dai patrimoni; faremmo salva quel minimo di progressività dell’Irpef sulle famiglie lasciata oggi proprio alle detrazioni per i figli a carico”.
“La proposta delle Acli è frutto dell’attività di ascolto del territorio resa possibile grazie alla rete di servizi, iniziative, circoli, associazioni specifiche, sportelli di Patronato e Caf che ci hanno portato ad incontrare in un anno oltre 4 milioni di famiglie – dichiarano le Acli nella nota -. Un vero e proprio osservatorio di prossimità che ci racconta di una grande aspettativa riservata delle persone in merito all’attuazione di questa riforma, soprattutto tra le fasce più fragili della popolazione, tra cui le famiglie con figli, che sono quelle maggiormente colpite dagli effetti sociali ed economici della pandemia”.
Alla luce di questo “come Acli accogliamo con favore la nuova misura dell’Auuf che rappresenta un sostanziale passo avanti verso la depenalizzazione fiscale delle famiglie avendo come grande punto di merito la sua universalità. Le famiglie, infatti, rappresentano sicuramente il volano di ripartenza del Paese e per questo devono essere messe in cima alle priorità dell’agenda politica e al centro di un sistema di riforme che su temi trasversali che necessitano di un approccio sistemi. Proprio per questo auspichiamo che a questa importante innovazione sul piano fiscale, faccia seguito un forte intervento anche sul fronte dei servizi così come previsto nel Family Act”.