Rosario Livatino: mons. Alfano (Sorrento-Castellammare di Stabia), “la società si può rinnovare se impariamo anche noi a essere non solo credenti ma credibili”

“Che figura affascinante quella del nuovo beato Rosario Livatino. Un giudice che ha fatto della professione il motivo della sua vita, nella ricerca della giustizia e nella lotta a quella mentalità mafiosa che blocca lo sviluppo della nostra società, umiliando la dignità delle persone e soffocando la libertà individuale e collettiva in un clima di paura e omertà”. Lo dice l’arcivescovo di Sorrento-Castellammare di Stabia, mons. Francesco Alfano, all’indomani della beatificazione, avvenuta ieri nella cattedrale di Benevento.
“Un credente che ha fondato la sua fede sul Vangelo, alimentando la sua vocazione laicale con la preghiera quotidiana e la pratica delle virtù cristiane in misura straordinaria”, aggiunge il presule.
“Consapevole dei gravi rischi che correva, non si è tirato indietro ma ha continuato a servire la società rispettando tutti, anche gli imputati che diceva giudicare e che restavano ai suoi occhi di credente sempre persone umane che potevano ricredersi fino alla conversione”, sottolinea l’arcivescovo.
“La sua testimonianza tocca il cuore e infonde fiducia: possiamo sperare in un rinnovamento della società, a condizione che impariamo anche noi ad essere non solo credenti ma credibili come il ‘giudice ragazzino’ che ha posto tutta la sua azione e la sua stessa vita ‘Sotto la protezione di Dio – Sub Tutela Dei’”.

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