“Oggi guardiamo l’attentato a Giovanni Paolo II alla luce dell’intero pontificato”, ricordando quell’evento che “nessuno poteva immaginare”, ha affermato il cardinale Stanisław Dziwisz, già segretario particolare di Papa Wojtyla, presente in piazza San Pietro quel mercoledì 13 maggio di quarant’anni fa. Il più stretto fra i collaboratori del Papa polacco ha detto che l’attentato gli “rimane impresso davanti agli occhi come se fosse stato ieri” e che tutt’ora “ha nelle orecchie gli spari, il rumore vibrante delle ali delle centinaia di piccioni alzatisi in volo per lo spavento, e le grida di disperazione di migliaia di persone” che assistevano all’udienza generale. Il presule ha anche sottolineato che Wojtyla “non temeva di misurarsi con ideologie e sistemi che provocarono molte sofferenze alle persone e a intere nazioni” e che la Provvidenza “aveva salvato la vita di un Papa ancora necessario alla Chiesa e al mondo per attraversare il Mar Rosso del comunismo e riconquistare la libertà e la sovranità nazionale”. In occasione del 40° anniversario dell’attentato a Giovanni Paolo II, perpetrato per motivi tutt’ora non del tutto chiariti da Mehmet Ali Agca, terrorista turco appartenente all’organizzazione nazionalista dei Lupi Grigi, e oggi – dopo aver scontato la pena – libero in Turchia, sono previsti in Polonia numerosi momenti commemorativi.
La solenne liturgia di ringraziamento sarà ufficiata dal presidente dei vescovi polacchi mons. Stanisław Gądecki la sera del 13 maggio presso il santuario della Madonna di Fatima a Polanica Zdrój. A conclusione della celebrazione, i fedeli reciteranno la preghiera del rosario, che poi, per tutta la notte, sarà continuata anche dai partecipanti all’iniziativa “Rosario in cammino”. Lungo il tragitto di 33 chilometri (ogni chilometro per un anno della vita di Gesù) i pellegrini si fermeranno in preghiera presso le chiese della Valle di Kłodzko “ringraziando il Signore per ogni grazia ricevuta e supplicando la Madonna per il più prezioso dono della fede”, ha detto l’organizzatore dell’evento padre Zdzisław Świniarski, custode del santuario a Polanica Zdrój. Il presule ha anche sottolineato che i fedeli impossibilitati a partecipare alla preghiera di persona possono, rimanendo a casa, aderire alla preghiera “nello spirito”.