“Solo lasciandoci toccare dall’amore di Cristo, come ha fatto san Nicola, la nostra vita può sperimentare la gioia piena. Gesù stesso attesta un nuovo modo di essere in relazione con lui, quella dell’amicizia. Pensiamo a san Nicola come amico di Dio, nell’invito di Cristo a rimanere nel suo amore”. Queste le parole dell’arcivescovo di Bari-Bitonto, mons. Giuseppe Satriano, ieri nell’omelia della messa conclusiva del triduo di celebrazioni del patrono san Nicola, nel ricordo della traslazione delle ossa del santo da Myra in Turchia a Bari nel 1087. “Gesù – ha proseguito mons. Satriano – ci chiede il coraggio di un radicamento sincero che ha il sapore dell’inquietudine che spinge fuori dai recinti rassicuranti del vivere, per imparare ad essere il meglio di ciò che sei. In questo è chiara la figura di san Nicola come uomo e credente che lasciandosi amare da Cristo si è visto cambiare la vita”. La festa di questi giorni, in tono minore e senza il consueto corteo storico e le celebrazioni religiose aperte a tutta l’assemblea di fedeli, “ci interroga sul nostro essere custodi di questo grande tesoro. Questa – ha proseguito l’arcivescovo vescovo – è la grande verità che ci consegna questa festa. Non possiamo uscire da questa basilica appagati solo dal fatto di aver reso omaggio al santo. Essere qui è per ciascuno opportunità di conversione al vero amore di Dio, quell’amore che Nicola ha sperimentato e vissuto. Guardiamo con fierezza alla nostra storia, a quella del nostro territorio sapendo realizzare sull’esempio di san Nicola una vita personale, ecclesiale e sociale intrisa di vera carità. Quella carità che sa realizzare spazi inclusivi, ricchi di accoglienza e di dialogo”.