“Negli ultimi anni, è stato registrato un drastico aumento delle richieste di diagnosi e di intervento per i disturbi neuropsichici in età evolutiva. I disturbi mentali riguardano il 10% dei bambini e il 20% degli adolescenti, ciò nonostante i servizi presenti sul territorio in grado di occuparsi della salute mentale sono molto ridotti. Addirittura, ci sono regioni quasi sprovviste di centri di neuropsichiatria infantile”: è quanto dichiara Stefano Vicari, professore ordinario di Neuropsichiatria infantile presso l’Università cattolica di Roma e primario all’Ospedale Bambino Gesù, commentando l’avvio dell’iter in commissione Affari sociali alla Camera della risoluzione sulla neuropsichiatria infantile. Per Vicari “la pandemia causata dal Covid-19, il lockdown, l’isolamento, la chiusura delle scuole e dei centri sportivi non hanno fatto altro che amplificare alcuni disturbi preesistenti nei bambini e negli adolescenti, nonché acuire le richieste di aiuto di disturbo mentale”. Il riferimento di Vicari è all’“ansia, autolesionismo, tentativi di suicidio, depressione, attacchi di panico, disturbi del sonno, aggressività, irritabilità. Rimanere chiusi in casa non è facile per noi adulti, quasi impossibile per un bambino, specie se con qualche difficoltà”. “In quest’ultimo anno – conclude – abbiamo trascurato i più deboli, primi fra tutti i bambini con disabilità. La pandemia Covid-19 ha accentuato un fenomeno già presente di carenze di servizi dedicati alla salute mentale. Quindi, l’iniziativa parlamentare che punta a potenziare i servizi di neuropsichiatria è assolutamente indispensabile. La politica deve farsi carico di questa situazione e garantire il diritto alla salute delle nuove generazioni”.