“L’economia digitale è il prolungamento delle relazioni che si vivono: è un mezzo, non un fine e ha l’effetto di costruire – rispetto al lockdown che ha creato un ‘prima’ e un ‘dopo’ – un nuovo modo di concepire il lavoro”. Lo afferma padre Francesco Occhetta, docente alla Pontificia Università Gregoriana e membro del Comitato scientifico delle Settimane sociali dei cattolici italiani, ricordando che questo cambiamento “non deve spaventare, ma va accompagnato con uno sguardo di fede tenendo umano ciò che è umano e rendendo dipendenti tutte le altri variabili rispetto a questa che è la principale”.
In un nuovo approfondimento video dedicato ai temi dell’appuntamento di Taranto, padre Occhetta sottolinea la necessità di “dare la possibilità a nuovi lavori di nascere, di connettersi, e di svilupparsi in un ambiente che vive di sharing, cioè di condivisione, di ricchezza tra pratiche anche lontane che ribaltano la logica del broadcasting, che dall’alto faceva scendere ordini e direttive”. Oggi, rileva il docente, “ tutto ciò che crea valore è dato dalla condivisione in rete, che è fatta di snodi”. “Questo – spiega – va vissuto con discernimento perché non se non si comprende l’intermediazione dei passaggi di rete si rischia di non comprendere anche il valore di quello che sta accadendo”. Su queste tematiche si concentra l’attenzione della Settimana sociale di Taranto, “il cui processo nasce e si rinforza nella vita in rete”. Si tratta – conclude il gesuita – di “un processo non solo culturale, che vuole creare nuovo lavoro e attenzione diversa nel vivere l’ambiente”.