“In Cristo c’è una misteriosa solidarietà tra quanti sono passati all’altra vita e noi pellegrini in questa: i nostri cari defunti, dal cielo continuano a prendersi cura di noi”. A ribadirlo è stato il Papa, durante la catechesi dell’udienza di oggi, trasmessa in diretta streaming dalla Biblioteca privata del Palazzo apostolico e dedicata al legame tra la preghiera e la comunione dei santi. “Loro pregano per noi e noi preghiamo per loro e con loro”, ha spiegato Francesco, che ha aggiunto a braccio: “Questo legame di preghiera fra noi e i santi, fra noi e la gente che è arrivata, questo legame di preghiera lo sperimentiamo già qui, nella vita terrena: preghiamo gli uni per gli altri, domandiamo e offriamo preghiere…”. “Il primo modo di pregare per qualcuno è parlare a Dio di lui o di lei”, ha affermato il Papa: “Se facciamo questo frequentemente, ogni giorno, il nostro cuore non si chiude, rimane aperto ai fratelli. Pregare per gli altri è il primo modo di amarli e ci spinge alla vicinanza concreta”. “Anche nei momenti dei conflitti”, ha proseguito ancora una volta fuori testo: “Un modo di sciogliere, di ammorbidire il conflitto è pregare per la persona con la quale io sono in conflitto, e qualcosa cambia con la preghiera. La prima cosa che cambia è il mio cuore, il mio atteggiamento: il Signore lo cambia per rendere possibile nuovo incontro e evitare che il conflitto divenga una guerra senza fine”. “Il primo modo per affrontare un tempo di angustia è quello di chiedere ai fratelli, ai santi soprattutto, che preghino per noi”, l’invito di Francesco: “Il nome che ci è stato dato nel Battesimo non è un’etichetta o una decorazione! È di solito il nome della Vergine, di un santo o di una santa, i quali non aspettano altro che di darci una mano nella vita, di darci una mano per ottenere da Dio le grazie di cui abbiamo più bisogno”. “Se nella nostra vita le prove non hanno superato il colmo, se ancora siamo capaci di perseveranza, se malgrado tutto andiamo avanti con fiducia, forse tutto questo, più che ai nostri meriti, lo dobbiamo all’intercessione di tanti santi, alcuni in cielo, altri pellegrini come noi sulla terra, che ci hanno protetto e accompagnato”, la tesi del Papa, che ha concluso la catechesi a braccio: “Perché tutti sappiamo che qui nella terra c’è gente santa, uomini e donne santi, che vivono in santità. Loro non lo sanno, neppure noi lo sappiamo, ma ci sono dei santi: dei santi di tutti i giorni, dei santi nascosti, o come mi piace dire i santi porta accanto, quelli che continuano la vita, che lavorano con noi e portano una vita di santità”.