“L’interesse nazionale è prevalso sulla cooperazione internazionale nella risposta alla pandemia da Covid-19”. È la denuncia contenuta nel rapporto 2020-2021 di Amnesty International, presentato oggi on line. “Sulla scena internazionale, i leader mondiali hanno ostacolato i tentativi di organizzare una ripartenza collettiva, bloccando o pregiudicando la cooperazione internazionale – si legge nel rapporto –. I leader degli Stati ricchi, come l’ex presidente degli Usa Trump, hanno fatto scempio della cooperazione globale acquistando buona parte delle forniture mondiali di vaccini, lasciando poco o nulla agli altri. Questi Stati hanno rinunciato a premere sulle aziende farmaceutiche affinché condividessero conoscenze e tecnologie al fine di aumentare la fornitura globale di vaccini”. “L’unico modo per uscire da questo caos è la cooperazione”, ha ribadito Giulia Groppi, responsabile relazioni istituzionali di Amnesty International, ricordando che l’organizzazione ha lanciato numerosi appelli ai governi perché i “i vaccini siano rapidamente disponibili per tutti, ovunque e gratuitamente”. “Abbiamo chiesto di sospendere temporaneamente i brevetti dei vaccini fino al raggiungimento dell’immunità di gregge – ha detto –. Tanti Paesi hanno sostenuto questa necessità, tra cui il Vaticano, ma la maggior parte dei Paesi europei, compresa l’Italia, si sono opposti”. Secondo un sondaggio citato da Amnesty, il “77% dei virologi interpellati ritiene che abbiamo solo un anno prima che il virus cambi. Il diritto alla salute è imprescindibile, i vaccini devono essere disponibili a tutti. Se ne esce solo con uno sforzo coeso della comunità internazionale e mettendo al centro i diritti umani”.