“Brexit ha avuto un impatto importante sui disordini scoppiati in questi giorni in Nord Irlanda perché alcuni membri dei gruppi terroristi unionisti, contrari all’idea di un’Irlanda unita, si sono resi conto che la prospettiva che questa regione venga staccata dal Regno Unito per far parte della Repubblica d’Irlanda diventa ogni giorno più concreta. Si sono spaventati e hanno deciso di attaccare la polizia”. Così Alan Bairner, docente di sociologia all’Università di Loughborough e profondo conoscitore dell’Irlanda del Nord, dove ha abitato per venticinque anni, insegnando politica all’Università dell’Ulster, commenta gli episodi di violenza di questi giorni a Belfast e Derry. Quarantuno agenti di polizia sono stati feriti in modo grave da sostenitori dei gruppi terroristi unionisti, contrari all’idea di un’Irlanda unita, che ritengono che la polizia abbia chiuso un occhio sulle restrizioni Covid durante un funerale di un rappresentante del movimento repubblicano la scorsa estate. “Questa volta ad essere attaccati sono stati gli agenti, anziché i membri della comunità cattolica, perché la polizia, oggi, rappresenta tutti. La paura che il protocollo, concordato tra il premier Boris Johnson e la Ue, porti questa regione fuori dal Regno Unito è sempre più forte tra i protestanti”, spiega ancora l’esperto. “Purtroppo sono pessimista sul futuro. Non credo che richiamare, domani, il parlamento nordirlandese servirà a molto”.