Pasqua: mons. Muser (Bolzano-Bressanone), con la risurrezione “la speranza non è più uno slogan, è una forza che si oppone alla fragilità e caducità della vita”

“La Pasqua è la svolta in cui si è deciso il senso di tutta la storia, per coloro che si affidano al Dio della vita. Con la Pasqua la speranza non è più uno slogan, è una forza che si oppone alla fragilità e caducità della vita”: è un passaggio dell’omelia del vescovo di Bolzano-Bressanone, mons. Ivo Muser, che a Bolzano ha celebrato il 4 aprile il pontificale trilingue nella solennità di Pasqua.
Nel persistere della pandemia, la Pasqua ci offre una speranza e ci dice che Dio è più forte della morte: questo il concetto sottolineato dal vescovo. “Riusciamo a comprendere perché tutto si decide a Pasqua? Perché la Pasqua è la festa al di sopra di tutte le feste? Perché senza la Pasqua tutto ciò che costituisce la fede cristiana crolla come un castello di carte?”, si è chiesto mons. Muser. La risposta: “A Pasqua celebriamo il motivo della nostra speranza, che ci dice che la vita è più forte della morte. Questa speranza è una forza che si oppone alla fragilità e alla caducità della nostra vita e punta su un buon futuro”.
“La Pasqua – ha proseguito il vescovo – non è la celebrazione di un miracolo accaduto in tempi remoti. È la svolta in cui si è deciso il senso di tutta la storia, per coloro che si affidano al Dio della vita. In Gesù Cristo, nella sua tomba a Gerusalemme, la speranza si è innalzata al di sopra di questo mondo, una speranza che nemmeno la morte può distruggere”.
Il presule ha poi ricordato di aver parlato spesso di speranza in questi mesi di pandemia: “È stato importante per me incoraggiare a sperare. Nel farlo ho acquisito sempre più chiarezza su un fatto: se non ci fosse la Pasqua, allora la speranza si ridurrebbe a uno slogan per tener duro in tempi difficili, ma in ultima analisi impotente e inutile”.
Il vescovo ha rivolto a tutta la comunità l’augurio “che questa Pasqua possa tradursi in solidarietà e comunione tra le persone e le famiglie, specialmente quelle provate dal dolore, dalla malattia, dalla solitudine, da difficoltà economiche e dalla perdita del lavoro”. Dal presule “un augurio speciale ai nostri giovani, che hanno sperimentato la difficoltà di non poter socializzare e gioire con gli altri”: “Non mollate, ragazze e ragazzi perché con il vostro impegno e con l’aiuto di chi vi vuole bene sarete capaci di trasformare questo tempo di limitazioni in un’occasione di crescita”.

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