Gesù infuse nei cuori degli apostoli, “col dono dello Spirito Santo”, “il lievito del suo stesso amore e li risanò dalla malizia e dalla perversità. Attraverso gli apostoli diffuse questo lievito non solo in Palestina ma in tutto il mondo. Da questa trasformazione dei cuori sono sorti i martiri e i santi in tutti i secoli e in tutti i continenti”. Lo ha detto mons. Andrea Bruno Mazzocato, nell’omelia della messa di Pasqua, celebrata in cattedrale.
“La risurrezione di Gesù si è propagata in tutto il mondo perché i santi sono persone veramente guarite e risorte dal male mortale della malizia e della perversità e vivono di serena speranza e diffondono speranza”, ha osservato il presule, secondo il quale “di questa risurrezione il mondo ha bisogno anche oggi. Ce lo fa toccare con mano la pandemia perché sta portando allo scoperto la perversità di chi cerca i propri interessi anche in mezzo alla disgrazia, la malizia che comunque continua i suoi giochi di potere, la paura che chiude i cuori in se stessi, la fragilità delle nostre speranze”.
Di qui l’esortazione: “Abbiamo bisogno di accogliere il lievito buono del suo amore che ha la forza di trasformare la vita nostra come è la sua. Abbiamo bisogno di santi che vivono la risurrezione di Gesù disintossicando il cuore dalla malizia e dalla perversità e impastandolo di amore e di sincerità”.
E ha concluso: “In ognuno di noi può avvenire questa risurrezione dentro la nostra vita quotidiana; così porteremo la Pasqua in famiglia, nel lavoro, in mezzo alla gente. Questa è la speranza che abbiamo bisogno di respirare”.