“Per le strade del mondo ho toccato con mano che oggi non può più esistere una pace come mera assenza di guerre o uno stato di tranquillità umana globale separata e distinta da altri fondamenti come l’uguaglianza, i diritti umani, l’accesso equo ai beni comuni, la collaborazione e la solidarietà o la dignità umana di ogni persona e di tutti i popoli”. Lo afferma Sandro Calvani, esperto di sviluppo sostenibile, dal 1980 al 2010 direttore di vari organi delle Nazioni Unite e della Caritas, che ha lavorato in 135 Paesi, e oggi membro del World Economic Forum. Con Luca Jahier e Giovanni Lattarulo, Calvani è autore di “Senza false frontiere. Umanesimo e voglia di fratellanza” (Editrice Ave). “Oggi – spiega ancora – tutto è connesso, non solo digitalmente, ma anche il clima, la finanza, la politica, la nostra stessa vita quotidiana sono tutti pezzetti del puzzle della vera pace globale. Tutto ciò che succede nel mondo tocca la vita di ciascuno e siamo tutti sulla stessa barca, la piccola navicella Terra. Non ce ne sono altre”.
Nel volume si ripercorrono “sei parole per il futuro dell’umanità”. Eccole: riparare, guarire, glocale, cittadini, grinta e “una sola serratura”. Spiega l’autore: “riparare è meglio che separare (perché il futuro dei popoli, l’unico possibile, è senza false frontiere); guarire tutti insieme (curare la terra, occuparsi delle sue interdipendenze, significa curare se stessi); il glocale è bello e funziona; cittadini tutti (diritto alla cittadinanza, ce ne siamo dimenticati?); ci vuole più grinta nell’umanesimo cristiano e nel diritto internazionale; infine, molte chiavi, ma c’è una sola serratura per aprire le porte del mondo, c’è un solo mondo e c’è una sola umanità”.