Colombia: appelli alla pace da padre De Roux (Commissione per la Verità) e dal Cauca, dove su invito della diocesi la gente espone bandiere bianche

“In questa Pasqua chiediamo al presidente Duque di difendere la vita”. È l’appello giunto il giorno di Pasqua da padre Francisco De Roux, il gesuita presidente della Commissione per la Verità, organismo previsto nell’ambito dell’accordo di pace tra Governo colombiano e Farc. Padre De Roux ha celebrato ha celebrato la messa di Pasqua nella parrocchia della Soledad, nel quartiere di Teusaquillo, a Bogotá. “Migliaia di morti assassinati in Colombia, per cercare la pace nei vari territori, ci danno forza attraverso la Resurrezione. C’è confusione sia tra i leader paramilitari sia tra i criminali delle ex Farc. Loro sentono un inferno interiore: dopo aver ucciso migliaia di persone, chi garantirà un perdono per sempre? Dobbiamo liberarci delle menzogne, delle tenebre della corruzione. La resurrezione ci porta Luce ma dobbiamo pagare un prezzo, non semplicemente con l’elemosina, ma con azioni concrete, per dare da mangiare a chi ha sete e fame di giustizia. Solo così possiamo liberarci dal peccato e ci trasformiamo in uomini e donne di pace, grazie alla luce di Cristo risorto”.
Le parole di padre De Roux fanno seguito all’appello alla pace e alla protezione dei leader sociali e indigeni, giunta da varie zone del Paese, soprattutto quelle più periferiche. È il caso del Cauca, nel Sudovest del Paese, uno dei dipartimenti più martoriati. Qui mons. Omar Sánchez Cubillos, arcivescovo di Popayán, ha invitato la popolazione a esporre, in occasione della Pasqua, bandiere e drappi bianchi, per manifestare il proprio desiderio di pace. “Non possiamo permettere – ha detto – che il nostro silenzio si trasformi in rassegnazione”. Con questo gesto, “vogliano esprimere a tutto il Paese e allo stesso Cauca il nostro desiderio legittimo che esista il diritto alla pace”.
Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani, commenta al Sir dalla capitale colombiana: “Un Venerdì Santo atipico quello appena vissuto, con una plaza de Bolívar totalmente deserta, ma con un arcivescovo coraggioso come mons. Rueda Aparicio, che porta il peso di una grande croce in legno e dà eco al clamore dei poveri”. Morsolin parla anche del “coraggio di pastori come mons. Monsalve di Cali e mons. Cubillos di Popayán, che denunciano la cultura della morte, del narcotraffico, immischiato fin dentro al potere politico, ed elevano suppliche a Dio ma anche a chi detiene il potere terreno di proteggere la vita, mentre continuano le barbarie, i massacri di difensori dei diritti umani, che costruiscono democrazia di base in mezzo a violenze strutturali”.

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