“Solamente il lavoro conferisce dignità e senso alla persona umana. Il lavoro è partecipazione alla creazione che continua ogni giorno, anche grazie alle mani, alla mente e al cuore dei lavoratori”. Inoltre, “il lavoro rimane primo veicolo d’inclusione e cittadinanza”. Lo ha scritto l’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, nel messaggio per il 1° maggio pubblicato sull’ultimo numero del settimanale diocesano “La Voce e il tempo”.
Queste due “evidenze” – la prima “di carattere culturale e sostanziale”, la seconda “di carattere strutturale” – secondo l’arcivescovo implicano che “serve ripensare al nostro sistema di welfare in questa duplice ottica”. “La pandemia dell’ultimo anno ha segnato profondamente anche il mondo del lavoro”, osserva Nosiglia, aggiungendo che “è stato un amplificatore, perché ha sottolineato problemi, tensioni e fratture già presenti nel nostro sistema produttivo ed economico, e un acceleratore di processi, agendo come spinta verso i cambiamenti”.
Condividendo “le preoccupazioni che in questi difficili e sofferti mesi ho visto emergere” sul fronte lavorativo e occupazione, l’arcivescovo evidenzia che “tra i lavoratori che hanno più sofferto in questa pandemia ci sono le donne, che hanno dovuto occuparsi insieme di famiglia e lavoro, e i giovani, che faticano ancor di più a immaginarsi un futuro positivo”. Nosiglia esorta a “scrutare il futuro attraverso lo sguardo della speranza”, sapendo che “non dobbiamo riprendere come se nulla fosse, ma cercare di scartare ciò che non andava, valorizzando gli elementi positivi”. “Possiamo ripartire dalla straordinaria prova di resilienza che persone, imprese, organizzazioni del Terzo settore stanno mettendo in campo in questo periodo”, l’indicazione dell’arcivescovo, secondo cui “servirà ancor di più puntare sulla formazione delle persone”. “Dall’esperienza della pandemia – conclude Nosiglia – dovremo fare tesoro del fatto che le grandi sfide si vincono con logiche cooperative tra società civile, istituzioni, imprese, lavoratori, scuola e formazione. Perseverare in tale direzione è un’azione strategica”.